Politica estera

Le operazioni di Kiev in Crimea e la possibile svolta nel conflitto ucraino

Aumentano le operazioni ucraine contro le forze russe nella penisola di Crimea e Mosca ritira la flotta del Mar Nero da Sebastopoli. Un segno di sconfitta per Putin?

 Le operazioni di Kiev in Crimea e la possibile svolta nel conflitto ucraino

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Mentre l’Ucraina si prepara al secondo lungo inverno da quando è cominciata l’aggressione da parte della Russia e la controffensiva lanciata da Kiev stenta a produrre risultati decisivi, Volodymyr Zelensky si è rivolto alla nazione pochi giorni fa per comunicare un messaggio di resistenza e una notizia che potrebbe rappresentare una svolta nel conflitto. Il presidente ucraino ha dichiarato infatti che l’esercito reclamerà tutti i territori occupati e ha presentato un “risultato storico” e inaspettato sino a poco tempo fa: il ritiro di dieci navi da guerra russe dal porto di Sebastopoli nella penisola di Crimea e il loro trasferimento in quello di Novorossiysk.

Non è ancora chiaro se la decisione di Vladimir Putin sia una conseguenza delle azioni di Kiev nella penisola o se invece sia parte di una normale rotazione della flotta russa nel Mar Nero ma gli analisti notano come le azioni di disturbo in Crimea siano aumentate negli ultimi mesi e potrebbero addirittura intensificarsi con la consegna all’esercito ucraino da parte degli Stati Uniti dei missili a lungo raggio Atacms. La versione degli armamenti concessi da Washington ha una portata massima ridotta a circa 160 chilometri, sufficiente comunque a colpire obiettivi più lontani senza mettere a rischio le forze di Zelensky.

In una lunga analisi il New York Times ripercorre le tappe di una campagna di attacchi compiuti dall’Ucraina nella penisola annessa dalla Russia nel 2014. Le operazioni di disturbo sono cominciate un anno fa con l’esplosione e il conseguente danneggiamento del ponte di Kerch che unisce la Crimea alla terraferma russa. È però durante la controffensiva di quest’anno che Kiev ha portato a segno le azioni più clamorose. Le tattiche usate nell’est del Paese dal generale Valery Zaluzhny per interrompere le linee di rifornimenti e i collegamenti dei nemici sono state adoperate anche a sud dove oltre agli attacchi contro le basi militari di Mosca si sono moltiplicati quelli contro infrastrutture come strade e collegamenti ferroviari.

A partire da giugno sono stati colpiti i ponti di Chonbar e per la seconda volta quello di Kerch inaugurando una lunga serie di esplosioni verificatesi nella penisola con una frequenza quasi quotidiana. A settembre almeno dieci missili ucraini Storm Shadow hanno centrato un sommergibile russo di classe Kilo, il Rostov sul Don, e la nave d’assalto anfibia Minsk, unità ferme per riparazioni nel cantiere navale di Sebastopoli. Nella stessa città una settimana dopo ad essere colpito è stato il quartier generale della flotta del Mar Nero.

Agli attacchi dal cielo si sono aggiunti quelli compiuti dai commando del Gur, l’agenzia di intelligence militare di Kiev. A fine luglio i suoi operativi hanno preso il controllo delle torri Boyko, le piattaforme petrolifere situate tra la penisola ed Odessa utilizzate anche a scopi militari dall’esercito di Mosca, smantellandone le antenne di sorveglianza. Il 24 agosto gli uomini dei servizi speciali hanno portato a termine un altro raid in Crimea attaccando una base russa situata a Capo Tarkhankut, neutralizzando i sistemi che monitorano i movimenti nelle acque del Mar Nero e piantando la bandiera ucraina sul suolo occupato dall’esercito di Putin.

Le operazioni di Kiev, oltre ai danni materiali arrecati alle forze nemiche, stanno ottenendo un forte impatto simbolico contribuendo a risollevare il morale della popolazione del Paese dell’Europa orientale. Sul fronte opposto secondo Lyudmila Denisova, un’ex parlamentare ucraina, ogni attacco subito da Mosca “complica la vita in Crimea”.

Migliaia di russi che si sono stabiliti nella penisola hanno cominciato a vendere le proprietà da loro acquistate e il numero dei turisti è crollato dai nove milioni del 2019 ai poco più di quattro milioni di quest’anno.

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