Politica estera

"Piano russo per controllare la Moldavia": l'ultima minaccia da Mosca

Media internazionali svelano un presunto piano della Russia per infiltrare la Moldavia fino al 2030. Che pare però già essere in ritardo

Sacrario dei caduti sovietici in Moldavia a Chisinau
Sacrario dei caduti sovietici in Moldavia a Chisinau
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La Russia ha un piano per destabilizzare e controllare la Moldavia entro il 2030 con una vera e propria "guerra ibrida"? Questa la clamorosa rivelazione lanciata da un gruppo di testate che dichiara di aver avuto accesso a un rapporto interno del governo russo avente l'obiettivo di delineare una strategia per la destabilizzazione di Chisinau e il suo graduale inserimento nell'orbita russa. Il documento si intitolerebbe "Obiettivi strategici della Federazione Russa nella Repubblica di Moldova" e risalirebbe a fine 2020 con un orizzonte temporale decennale.

Il piano è stato ottenuto da una testata investigativa dedicata alle nazioni del Gruppo di Visegrád, VSquare, insieme a diversi partner internazionali: Delfi Estonia, il quotidiano svedese Expressen, il Dossier Centre for Investigative Journalism, il quotidiano ucraino Kyiv Independent, la testata moldava Rise Moldova, i tedeschi Süddeutsche Zeitung e Westdeutscher Rundfunk e il canale statunitense Yahoo News.

Il contenuto del piano della Russia per controllare la Moldavia

L'agenda rivelerebbe un vero e proprio cronoprogramma per portare Chisinau sempre più nell'orbita di Mosca. Ma mostrerebbe anche che buona parte degli obiettivi pensati come di breve periodo non sono, ad oggi, stati portati a compimento da Mosca. Il piano del governo russo avrebbe implicato nel breve periodo lo stop alle iniziative della Repubblica di Moldova volte ad eliminare la presenza militare russa in Transnistria. La presidenza europeista di Maia Sandu e il governo del suo Partito d'Azione e Sviluppo stanno accelerando nel disconoscere l'eredità post-1992, e la stessa Russia ha dovuto ridurre il suo sostegno all'integrità territoriale della Moldavia con apposito decreto.

Un secondo punto segnato è l'apertura di un consolato a Comrat, capitale della Gagauzia, entro il 2022, ipotesi che però non si è materializzata. Più successo avrebbe avuto il piano di "neutralizzazione dei tentativi di limitare le attività dei media russi e filo-russi in Moldavia": le manifestazioni del 9 maggio scorso e la spontaneità del sentimento dei membri della cittadinanza più legati a Mosca, oltre alle recenti proteste anti-governative dopo la controversa legge sulla lingua, hanno mostrato che i sentimenti anti-russi non albergano nella popolazione.

I contatti del Cremlino

Per il 2025 e il 2030, invece, Mosca si presupporrebbe rispettivamente di ampliare la base elettorale ai socialisti di Igor Dodon e alle altre forze pro-Russia nel Paese e di minare la cooperazione di Chisinau con la Nato. L'obiettivo ultimo alla fine del decennio sarebbe estremamente ambizioso, leggendo le bozze di piano: la "creazione di gruppi di influenza filo-russi stabili nelle élite politiche ed economiche moldave, la formazione di un atteggiamento negativo nei confronti della Nato nella società moldava e il sostegno alla Chiesa ortodossa russa nella difesa degli interessi dell'Ortodossia canonica nella Repubblica di Moldavia". Vaste programme, guardando come l'avvicinamento della Moldavia all'Europa e agli Stati Uniti sia mese dopo mese e anno dopo anno in via di consolidamento.

Ad occhio, il piano appare una grande dichiarazione di intenti che non necessariamente è sostanziato da una postura strategica volto a concretizzarla, ammesso che la Russia l'abbia effettivamente iniziato a mettere in pratica. Come nota VSquare, del resto, molti nodi sulle influenze russe in Moldavia stanno venendo al pettine: "Venerdì scorso, la Casa Bianca ha emesso un avvertimento ufficiale che la Russia sta cercando di destabilizzare il governo filo-occidentale della Moldavia e vuole installare una nuova leadership nel paese. Due giorni dopo, la polizia moldava ha arrestato diversi manifestanti, sostenendo che erano stati inviati e pagati dalla Russia per destabilizzare il paese. Le guardie di frontiera moldave hanno arrestato un presunto mercenario del gruppo russo Wagner al confine".

Insomma, per Mosca lo spazio di manovra nella piccola Repubblica contesa appare sempre più ristretto. E da qui al 2030 il vero tema sarà capire se ci sarà ancora uno scampolo di influenza russa in Moldavia

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