Politica estera

Salta l'incontro tra Carlo III e Von der Leyen: cosa c'è dietro lo stop della Corona

Il vertice tra il monarca e la presidente della Commissione europea sarebbe saltato per questioni di correttezza istituzionale. Le opposizioni attaccano Sunak per avere voluto politicizzare il re sfruttando l'incontro prima degli accordi sul confine dell'Irlande del Nord

Salta l'incontro tra Carlo III e Von der Leyen: cosa c'è dietro lo stop della Corona

Il possibile (e forse vicino) accordo sulla Brexit tra Regno Unito e Unione europea per il confine dell'Irlanda del Nord rischia di scatenare uno scontro tutto interno a Londra, ovvero tra Downing Street e Buckingham Palace. Secondo i media britannici, infatti, era stato predisposto un incontro tra re Carlo III e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Il vertice, programmato dopo quello tra la presidente della Commissione e il premier Rishi Sunak, rischiava però di diventare una trappola istituzionale, in quanto il meeting, il cui "stop" è stato rivelato da Sky News, sarebbe stato visto come un'intromissione non voluta della monarchia su un tema fondamentale e su cui la Corona ha da sempre mostrato la più netta neutralità.

Se infatti il re, come vuole l'ordinamento britannico, non ha avuto né voluto avere alcun ruolo nelle trattative sul futuro del confine tra Irlanda del Nord e Eire, è chiaro che un vertice tra Carlo e von der Leyen poco prima dell'annuncio di un accordo sarebbe stato visto come un "cappello monarchico" sul patto. Una benedizione reale su un negoziato sofferto e su un accordo che, soprattutto per gli unionisti nordirlandesi e l'ala più intransigente dei conservatori, è considerato pericoloso per la sovranità di Londra sull'Ulster. La monarchia rischiava dunque di essere coinvolta in una questione di enorme interesse politico e profondamente divisiva, diventando di fatto uno sponsor del numero 10 di Downing Street.

Il governo nega di avere avuto l'intenzione di politicizzare il re e continua a ribadire che il vertice non aveva nulla a che vedere con l'accordo né che fosse una tappa finale del negoziato tra le due sponde della Manica. Le giustificazioni di Downing Street non sembrano però avere fatto breccia nel cuore delle opposizioni né dai più critici verso le mosse di Sunak. Jacob Rees-Mogg, ex ministro Tory, ha parlato del presunto piano di Sunak come qualcosa "al limite della correttezza costituzionale". Sammy Wilson, portavoce degli unionisti nordirlandesi, ha parlato a Sky News di "ingenuità" e di un "uso cinico o un abuso del re". Come riportato inoltre sempre dal Guardian, altri esponenti brexiter e critici verso l'accordo (che potrebbe essere annunciato nelle prossime ore) parlano di un potenziale oltraggio alla monarchia. E anche il Partito Laburista ha fatto arrivare la sua condanna ribadendo di tenere il re al di fuori di un negoziato politico.

Sunak, al momento, tira dritto. Per il suo governo è essenziale giungere a un accordo il prima possibile con l'Unione europea per risolvere la grande questione del confine nordirlandese. Un test che servirà non solo a capire il futuro del suo esecutivo, ma anche per comprendere meglio sia i risvolti della Brexit sia il futuro dei rapporti con l'Unione europea. La guerra in Ucraina e il pieno allineamento di Londra con Bruxelles, Washington e la Nato, hanno confermato come i legami tra il Regno e il continente non siano affatto stati spezzati dall'uscita dall'Unione europea. Ma se il conflitto ha rovesciato, inevitabilmente, le priorità della politica estera di tutti i Paesi, allo stesso tempo il nodo di un accordo con l'Ue non è mai stato davvero sciolto, evidenziando le diverse anime di una Gran Bretagna divisa non solo tra pro-Brexit e anti-Brexit, ma anche tra sostenitori di una linea dura verso l'Europa e brexiters più moderati.

In tutto questo, torna anche l'ombra di Boris Johnson, che non ha lesinato critiche verso il suo ex ministro.

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