Politica estera

"Una nuova era con la Cina". Il piano di Tajani per superare la Via della Seta

Il ministro Tajani afferma che le relazioni tra Italia e Cina continueranno a prescindere dalla decisione sulla Bri. Occhi puntati per la visita di Meloni nei prossimi mesi

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Per quel che riguarda la nostra partecipazione alla Via della Seta il Parlamento deciderà, ma qualunque sarà la decisione ciò non pregiudicherà i rapporti che abbiamo e comunque il partenariato con la Cina sarà valorizzato”. Con queste parole il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nonché vicepremier, Antonio Tajani, risponde alle domande di chi gli chiede quali siano le intenzioni dell'esecutivo riguardo all'accordo Belt and Road Initiative (Bri) durante il secondo giorno della sua visita diplomatica in Cina.

Nei mesi precedenti, diversi esponenti dell'esecutivo, a partire del presidente del Consiglio, hanno esternato l'intenzione di recedere dall'accordo siglato nel 2019 dal governo Conte, l'unico tra i Paesi del G7, poiché, riportando le dichiarazioni dello stesso Tajani al Forum Ambrosetti di Cernobbio: "Se andiamo ad analizzarla non ha portato i risultati che ci attendevamo. Vogliamo continuare a lavorare intensamente con Pechino sia sul fronte economico che politico, ben sapendo che la Cina rappresenta insieme un partner ineludibile per l'Italia e l'Europa ma anche un concorrente, un rivale sistemico".

Il Memorandum si compone di 29 accordi e riguarda gran parte del sistema industriale italiano nella sua globalità in termini di crescita ma se si osservano i dati dell'Osservatorio Economico della Farnesina per quanto riguarda l'export Italia-Cina, le nostre esportazioni verso la Repubblica Popolare Cinese sono passate da 13 a 16,4 miliardi mentre le importazioni dalla Cina sono passate da 31,6 a 57,5 miliardi. Da tale confronto si può dedurre che l'Italia in tale situazioni si trovi in una situazione di deficit commerciale non mutando di troppo il quadro precedente agli accordi.

La decisioni finale sarà presa entro dicembre prima del rinnovo automatico nel 2024 e su questo, come detto dallo stesso Tajani, il Parlamento si esprimerà e i numeri per evitare il rinnovo ci sono.

Nel frattempo, il ministro Tajani precisa, a margine del suo intervento presso la XI sessione del Comitato governativo Italia-Cina a Pechino, che: ''anche nel contesto dell'Unione europea, l'Italia è sostenitrice del dialogo con Pechino, come pure di un confronto aperto e franco su principi e valori'.' Tali parole sarebbero indicative di come da parte dell'Italia ci sia l'intenzione di continuare a corroborare la cooperazione con la seconda economia del mondo al di là della decisione sulla Bri. Dello stesso avviso, il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi: ''Grazie allo sforzo delle parti dei due Paesi le relazioni bilaterali hanno registrato un buono sviluppo. Cina e Italia sono due potenze economiche importanti" e "dovranno consolidare e approfondire il partenariato strategico globale''.

Tajani ha anche dichiarato alla stampa:"Prima della fine dell'anno sarà qui in Cina il ministro della Ricerca e Università Anna Maria Bernini, come nelle prossime settimane il ministro del Turismo Santanché. Poi naturalmente ci sarà il presidente del Consiglio e il prossimo anno il presidente Mattarella, a suggellare questa forte amicizia e collaborazione su temi concreti".

L'attenzione si concentrerà, a questo punto, sulla visita del premier Meloni quando una decisione sulla Via della Seta probabilmente sarà già stata presa.

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