Politica estera

Il "Mezzogiorno contro Putin" di Yulia Navalnaya: il voto a Berlino alle 12 in punto

La vedova di Alexei Navalny è arrivata alle 12.00 in punto fuori dall'ambasciata russa nella capitale tedesca, accolta dagli applausi dei sostenitori del marito che hanno risposto all'appello delle "tre P"

Il "Mezzogiorno contro Putin" di Yulia Navalnaya: il voto a Berlino alle 12 in punto

Ascolta ora: "Il "Mezzogiorno contro Putin" di Yulia Navalnaya: il voto a Berlino alle 12 in punto"

Il "Mezzogiorno contro Putin" di Yulia Navalnaya: il voto a Berlino alle 12 in punto

00:00 / 00:00
100 %

Nel “Mezzogiorno contro Putin”, la vedova di Alexei Navalny si è schierata in prima linea. Alle 12.00 in punto, Yulia Navalnaya è arrivata all’ambasciata russa di Berlino con un mazzo di tulipani tra le braccia, per esprimere il suo voto contro il regime che ha perseguitato suo marito fino alla morte in una colonia penale nell’Artico.

Le foto diffuse sui social e dai mezzi di informazione la ritraggono sorridente, assieme a tutte le altre persone che hanno risposto all’appello e si sono messe in coda per far sentire la propria voce contro Vladimir Putin. Quella parte del popolo russo che, con orgoglio e coraggio, ha deciso di opporsi allo zar e a tutto ciò che rappresenta. In un video condiviso su X si vede tutta la commozione di Yulia, accolta a suo arrivo dagli applausi dei sostenitori del marito la cui eredità politica lei ha deciso di raccogliere e portare avanti.

Al “Polden protiv Putina” hanno aderito in tanti, anche nei territori della Federazione. Lunghe code si sono formate ai seggi allestiti a Mosca, Ekaterimburg, San Pietroburgo e in molte altre città dello sterminato Paese, dove anche i candidati a cui è stato impossibile partecipare alle elezioni, come il pacifista Boris Nadezhdin, hanno invitato a partecipare all’iniziativa delle “tre P”. In molti hanno anche deposto sulla tomba di Navalny fiori e schede elettorali con scritto sopra il nome del dissidente. Le autorità del Cremlino non sono rimaste a guardare e, oltre all’invio di minacce anonime su Telegram e Signal a tutti coloro che intendevano recarsi alle urne in massa negli undici “mezzogiorno” della nazione, hanno arrestato almeno 51 persone in 14 località diverse, di cui dieci nella capitale, e impedito ad un gruppo di studenti dell’ateneo di Kazan di entrare nei seggi, invitandoli a tornare alcune ore dopo le 12.00.

Fuori dalla Russia, centinaia di elettori si sono messe in fila fuori dalle ambasciate per esprimere il loro parere contrario al regime. Nella capitale armena di Erevan, dove si sono trasferiti molti cittadini della Federazione dopo l’inizio della guerra in Ucraina, sono state riprese dall’emittente Dozhd lunghe code di votanti. Anche in Italia in molti hanno aderito al “Mezzogiorno contro Putin”. Nonostante il coraggio dimostrato dai sostenitori di Navalny, però, è improbabile che questa tornata elettorale si concluda con un risultato diverso dalle previsioni.

Lo zar verrà incoronato per un quinto mandato e terrà le redini del Paese per altri sei anni virtualmente senza opposizione e libero di portare avanti i suoi progetti in Ucraina e nel resto del mondo, forte di un plebiscito ottenuto con la repressione e la paura.

Commenti