Double trouble. Doppia stangata per Joe Biden: nelle ore in cui la Camera a maggioranza repubblicana ha autorizzato l'indagine per l'impeachment nei suoi confronti (l'accusa è di aver mentito sugli affari all'estero di suo figlio, abuso di potere e ostruzione della giustizia), nuovi sondaggi attestano il vantaggio significativo che Donald Trump sta ottenendo nelle intenzioni di voto in vista delle prossime presidenziali Usa. E siccome il tycoon potrebbe risultare vincitore nelle ormai imminenti primarie repubblicane, questo per l'attuale inquilino della Casa Bianca è un problema. Nel caso di una rivincita elettorale il prossimo novembre, le stime danno il candidato democratico in particolare svantaggio, al punto che - secondo le medesime proiezioni - Trump sarebbe già davanti in sette Stati decisivi.
Pubblicato oggi da Morning Consult, il sondaggio dimostra ancora una volta le difficoltà dell'attuale presidente, travolto da una generale insoddisfazione e mai così basso nei consensi. Se si votasse oggi, Trump sarebbe dunque vincente in North Carolina, Georgia, Wisconsin, Nevada, Michigan, Arizona e Pennsylvania, con un vantaggio medio di 5,2 punti. Il vantaggio più solido è stimato in North Carolina (11 punti), seguito dalla Georgia (7 punti). Seguono il Wisconsin (6 punti), il Nevada (5), il Michigan (4) e l'Arizona (3 punti). Secondo quanto rilevato dal suddetto sondaggio, a spingere maggiormente gli elettori verso un eventuale voto a Trump sono le politiche economiche dell'attuale amministrazione Biden, bocciate da quasi il 70% degli americani.
Ad attestare questo malcontento era stato nei giorni scorsi anche un sondaggio pubblicato dal Wall Street Journal, dal quale emergeva che meno del 30% degli intervistati avesse un parere positivo sulla "Bidenomics", la strategia economica dell'attuale presidente Usa. Stando a quella rilevazione statistica, inoltre, solo il 23% degli elettori ritiene che le politiche di Biden abbiano migliorato le loro vite e il 53% sostiene di esserne stato danneggiato. Il risultato? Consensi ai minimi per l'inquilino della Casa Bianca e un virtuale vantaggio per Trump di almeno quattro punti in un'ideale (ma possibile) sfida. Nei giorni scorsi, durante un evento elettorale di raccolta fondi, l'esponente democratico aveva ammesso che probabilmente non si sarebbe ricandidato alla presidenza se non ci fosse stato Donald Trump in agguato.
E il tycoon in agguato c'è davvero, nonostante le polemiche dem e gli strascichi del caso Capitol Hill.
The Donald continua a crescere anche sugli altri candidati che dovrà affrontare nelle primarie repubblicane. Per esempio in Michigan, secondo il sondaggio Monmouth University Poll-Washington Post, è al 63%, vale a dire 50 punti avanti a Nikki Haley e Ron DeSantis, entrambi al 13%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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