Sposati, te lo ordina il prefetto

Leggevo con tenerezza mista a raccapriccio una corrispondenza del '34 tra il prefetto di Bari Ernesto Perez e il commissario prefettizio di Polignano a Mare, Raffaele de Luca

Leggevo con tenerezza mista a raccapriccio una corrispondenza del '34 tra il prefetto di Bari Ernesto Perez e il commissario prefettizio di Polignano a Mare, Raffaele de Luca. A nome del Ministro il prefetto gli scrive che deve deporlo dall'incarico perché celibe. Gli risponde l'interessato e dichiara di «contrarre matrimonio entro l'anno (quanto meno di fidanzarmi)». Il prefetto lo incalza e vuol «conoscere se V.S. siasi fidanzata comunicandomi, in caso affermativo, il nome e il domicilio della futura sposa». E il carteggio prosegue... Oggi sarebbe impensabile, la libertà del singolo è sacra, la famiglia non è una priorità, le nozze non sono un obbligo e non c'è la campagna demografica del Duce.

Dopo questo tuffo nella microstoria di 80 anni fa apro i giornali e leggo che il governo giapponese, né cattolico né fascista, istituisce il Ministero della Natalità e la ministra Mori (come il nostro celebre prefetto dell'epoca) fa da sensale per favorire nozze e figli. Le ragioni sono due, come in passato: una è comune, aiutare le nascite, perché il Giappone contende all'Italia il primato mondiale della denatalità. L'altra diverge: nel '34 era etica, il valore stabilizzante della famiglia, oggi è economica, mantenere le pensioni e il Welfare, arginare l'immigrazione.

Così incentivi alle coppie, garanzie di durata del lavoro e le prefetture giapponesi indicono ogni inizio mese i giorni dell'amore (con deroghe mestruali, presumo). Ammazza che precursore il Prefetto di Bari. Ha fatto il giro del mondo in 80 anni.

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