Cronache

Abusive anche le caserme A Ischia è mattone selvaggio

Irregolari strade, case e ville. E pure gli uffici di Arma e Forestale, costruiti su suolo demaniale e sequestrati

Abusive anche le caserme A Ischia è mattone selvaggio

L'isola delle caserme fuorilegge. Il vento caldo dell'abusivismo edilizio, che soffia su Ischia da mezzo secolo, non ha risparmiato chi, della legge e del rispetto delle regole, ha fatto giuramento e professione. Per due volte, le forze dell'ordine locali sono finite nel mirino degli ambientalisti.

C'è addirittura un processo in corso (a un passo dalla prescrizione) per quanti avrebbero reso possibile lo sbancamento di un parte della pineta della Maddalena, a Casamicciola. Ottanta alberi sradicati per far posto a una foresteria dove avrebbero trovato alloggio gli ufficiali della Guardia forestale. La costruzione, autorizzata dal piano paesaggistico del 1999, era stata chissà perché - «allargata» a una particella catastale diversa da quella per la quale era stata disposta l'autorizzazione; particella su cui era vigente allora come oggi vincolo di inedificabilità assoluta. Nessuno se n'era accorto. Non il sindaco di allora Ferrandino né il dirigente dell'ufficio tecnico Arcamone né il provveditore delle Opere pubbliche Carlea a cui il pm Ugo Miraglia ha contestato una serie di reati che vanno dalla lottizzazione abusiva, alla falsità ideologica, alla distruzione di bellezze naturali. A far scattare i sigilli furono due denunce: la prima a firma del responsabile del circolo Legambiente di Ischia, Giuseppe Mazzara; e la seconda a nome del gruppo di tutela paesaggistica «AssoPini».

A poca distanza dalla foresta sventrata dai bobcat, in località Citara, ancora oggi si può osservare lo scheletro in cemento armato, alto tre piani, di quella che avrebbe dovuto essere la nuova «casa» dei carabinieri. Tirata su, anch'essa, in un'area demaniale vietata. A far bloccare il cantiere, paradosso, furono i colleghi della Guardia di finanza che, durante un controllo, si accorsero che alcuni operai della ditta incaricata dei lavori non erano in regola.

Tra la spiaggia dei Maronti e Barano, invece, c'è una strada provinciale realizzata negli anni Sessanta. Pare che non sia mai stata collaudata, ma scoprirlo con certezza con l'aria post-terremoto che tira e la caccia agli abusivisti non è facile. Un architetto giura di no, un ex dipendente comunale afferma il contrario ma «forse le carte sono andate perdute». E questo senza considerare gli scempi privati (sull'isola verde devono essere abbattute 600 abitazioni, e sono state presentate per il solo Comune di Ischia quasi 8mila richieste di condono, metà delle quali ancora sott'esame) che hanno fatto la fortuna di tante famiglie: chiunque avesse un podere, una masseria, una stalla in pochi giorni, e a prezzi tutto sommato contenuti, è riuscito a ricavarne villette monofamiliari o bungalow da fittare.

L'elenco delle violazioni sarebbe infinito, e nessuno è indenne. Nemmeno i politici locali che, tra Forio, Lacco Ameno e Casamicciola, hanno fatto scempio di ogni centimetro quadrato demaniale disponibile. Arrivando a «privatizzare» pure una caletta nella zona del Castiglione. Una battaglia quasi impari tra ambientalisti e «signori del cemento» che per alcuni è motivo di preoccupazione. «Ho ricevuto minacce e intimidazioni per le mie denunce dice al Giornale un esponente dell'associazionismo locale . So di essere nel mirino».

La Procura di Napoli, intanto, sta valutando la possibilità di aprire un fascicolo per disastro colposo e omicidio colposo plurimo per le due vittime del sisma. Ieri c'è stato un nuovo sopralluogo dei pm. Il procuratore Giovanni Melillo promette pugno duro: «Non sfuggono i costi sociali, che anche in queste occasioni si rivelano, di fenomeni gravi come quello dell'edilizia illegale e dell'abusivismo edilizio. All'abusivismo edilizio corrisponde una delle priorità del lavoro della procura della Repubblica di Napoli; un fenomeno che in Campania ha dimensioni straordinariamente gravi e come tale va affrontato». Ma che possano esserci legami accertati tra i crolli e lo status amministrativo di abuso edilizio, una parola certa non c'è.

E forse solo i responsi dei periti riusciranno a rendere meno nebulosa la questione.

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