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"Accordo Lega-Cinque stelle" la voce che scuote la politica

L'indiscrezione di Bisignani sul "Tempo" su un patto segreto scatena la reazione del Palazzo Fi: "Abbraccio mortale". Maroni parla di "fantapolitica", scettici i grillini: scenario delirante

"Accordo Lega-Cinque stelle" la voce che scuote la politica

Quello apparso ieri sulla prima pagina del Tempo è il cosiddetto ballon d'essai . Un azzardo - in termini giornalistici - che mira a verificarne le reazioni, soprattutto politiche. Sotto il titolo «Il patto segreto Salvini-Grillo» Luigi Bisignani ha agio di lanciare un piccolo scoop che ha nell'ipotetico accordo tra Lega Nord e Movimento 5 Stelle il suo senso ultimo. In verità le pezze d'appoggio su cui si basa il celebre lobbista sono solo due. Un piccolo fatto di cronaca politica e un'ormai celeberrima lezione di strategia politica che il Nostro avrebbe appreso dalle confidenze di Giulio Andreotti. Quest'ultimo - come scrive sul Tempo Bisignani - lo aveva più volte ammonito ricordandogli che per capire gli umori sinceri degli elettori, e quindi per prevedere al meglio i successivi esiti elettorali, bisognava sempre guardare con attenzione ai due estremi del nostro Paese: la Sicilia e l'Alto Adige.

Ed è proprio in Alto Adige che pochi giorni fa si è consumato un fatto che segna un significativo spartiacque nella storia del Movimento fondato e lanciato da Beppe Grillo. Nel comune di Laives, infatti, una coalizione formata da Svp e Lega Nord ha vinto al ballottaggio. E i due consiglieri eletti per le file dei grillini hanno siglato un accordo con il vincitore (Christian Bianchi, Lega Nord), garantendogli l'appoggio esterno. Dicono, i due, di aver ricevuto il placet direttamente dal «direttorio» romano e dalla cabina di regia genovese. Due piccoli indizi non fanno, però, una prova e sicuramente Bisignani già alla riga quarta del pezzo smentisce il titolo. «Un progetto - scrive, riferendosi a questo inaspettato accordo politico - che nasce dal basso e non di Salvini e Grillo». Secondo il lobbista a confrontarsi e a trovare strade comuni sono in verità i tanti parlamentari dei due movimenti che su temi come il ritorno alla lira, l'uscita dall'Europa, l'anticasta e l'immigrazione hanno trovato affinità consistenti.

Eppure il ballon d'essai ha centro almeno l'obiettivo di divenire tema di dibattito. Nella Lega c'è chi lo esclude come Roberto Calderoli, che scherza: «Sembra una cosa suggerita da Renzi», e Roberto Maroni: «È fantapolitica». Ma anche chi, come il capo dei senatori del Carroccio, Gian Marco Centinaio, non disdegna: «Un asse politico stabile mi pare una suggestione utopistica, ma l'elettorato vedrebbe di buon occhio un incontro tra noi». Il diretto interessato, Matteo Salvini, nega incontri («Gliel'ho già proposto più volte ma ha rifiutato»), ma lascia la porta aperta: «Sui temi c'è collaborazione con chiunque condivida le nostre battaglie». Più scettico il versante M5S, da Roberto Fico, esponente di punta dei grillini e presidente della Vigilanza, che commenta divertito: «Bisignani ha una fervida immaginazione» a Vito Crimi: «Scenario delirante». E gli altri partiti? Micaela Biancofiore già vede l'asse Lega-Grillo al 40%.

Per Daniela Santanché «sarebbe un abbraccio mortale: Salvini è arguto, capirà che è meglio il rilancio del centrodestra che l'inconcludenza dei grillini».

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