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Accordo Usa sul nucleare festeggiano solo gli iraniani

Scene di giubilo a Teheran, ma Israele è furiosa, l'Arabia Saudita è scettica e i repubblicani non si fidano. E lo stop alle sanzioni è ancora in alto mare

Accordo Usa sul nucleare festeggiano solo gli iraniani

New York L'accordo quadro sul nucleare siglato a Losanna tra i 5+1 e l'Iran rappresenta a prima vista un successo per l'amministrazione Obama e per la politica multilateralista caldeggiata dalle Nazioni Unite, ma indiscutibilmente è una vittoria per la gente della Repubblica Islamica, che da giovedì sera è scesa nelle strade della capitale a festeggiare con una girandola di automobili da mondiali di calcio. Esprime soddisfazione il governo di Teheran, con il ministro degli esteri Javad Zarif che spiega di aver «perseguito una serie di obiettivi seri», e a cui fa eco su Twitter il presidente Hassan Rohani, secondo cui l'accordo «inaugurerà una nuova fase nei rapporti tra l'Iran e il mondo intero». L'intesa permette anche al presidente americano Barack Obama di incassare un altro successo per la sua linea diplomatica, dopo il disgelo dei rapporti con Cuba. Obama ha dalla sua parte l'ex segretario di stato - e probabile candidata alla Casa Bianca nel 2016 - Hillary Clinton, per cui il successo di Losanna è un «importante passo avanti verso un accordo ampio che rafforzerà la sicurezza di Usa, Israele e della regione». Tuttavia, per Hillary resta ancora «molto lavoro da fare» anche perchè, dice, il «diavolo è nel dettaglio».

Secondo quanto riferisce il New York Times , infatti, alcune importanti questioni rimangono sul tavolo, nonostante la dichiarazione congiunta sia molto dettagliata e rappresenti uno strumento robusto. Proprio sugli aspetti non ancora definiti tengono gli occhi puntati una parte dei democratici, tiepidi verso la tabella di marcia che dovrebbe portare all'intesa finale. Per non parlare dei repubblicani. Lo speaker della Camera, John Boehner, ritiene che l'accordo si allontani in modo allarmante dagli obiettivi iniziali, e il Congresso a suo parere deve rivedere il testo prima che le sanzioni siano rimosse. Così, con Capitol Hill che si prepara ad esaminare l'intesa sul nucleare a maggioranza repubblicana, per Obama si profila una nuova sfida.

A bocciare senza appello l'accordo quadro è poi il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, per il quale l'intesa lascerà l'Iran in grado di costruire bombe nucleari «in pochi anni» minacciando l'esistenza del suo Paese: «Israele chiede che ogni accordo finale includa un chiaro e non ambiguo impegno dell'Iran a riconoscere il diritto all'esistenza dello Stato di Israele». A poco sembrano essere servite le rassicurazioni di Obama, che all'alleato storico ha spiegato che «gli Usa restano fermi nel loro impegno a garantire la sicurezza d'Israele». Scettica è anche l'Arabia Saudita, con re Salman bin Abdulaziz al-Saud che proprio in una telefonata con il presidente Usa ha espresso la speranza «in un accordo definitivo vincolante che porterà al rafforzamento della sicurezza e della stabilità nella regione e nel mondo».

Sul fronte europeo, invece, l'intesa di Losanna costituisce sicuramente una grande vittoria diplomatica per l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Federica Mogherini, che l'ha definita «un passo storico verso un mondo migliore». Mentre tra i Paesi del Vecchio Continente è la Francia ad aver tenuto la linea più tiepida. Secondo il ministro degli esteri Laurent Fabius, infatti, sulla questione della revoca delle sanzioni all'Iran «non è ancora stata trovata un'intesa» e «non sarà facile» trovarla.

E se fino ad ora gli occhi sono stati puntati sui progressi compiuti sul negoziato, nei prossimi tre mesi l'attenzione, soprattutto degli addetti ai lavori, sarà concentrata sui dettagli tecnici dell'accordo raggiunto in Svizzera verso il documento finale da siglare entro il 30 giugno.

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