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Adesso Kiev indaga su Biden E Trump parlò con il cinese Xi

Riaperto il fascicolo sul figlio dell'ex vicepresidente. E Donald riferì dei suoi rivali in una chiamata a Pechino

Adesso Kiev indaga su Biden E Trump parlò con il cinese Xi

New York La vicenda che ha portato all'avvio del procedimento di impeachment contro il presidente Donald Trump rischia di complicare non poco la corsa alla Casa Bianca per Joe Biden. Ieri il nuovo procuratore generale di Kiev Ruslan Ryaboshapka ha annunciato che il suo ufficio sta «riesaminando» circa 15 indagini relative alla società del gas ucraina Burisma, inclusa quella in cui è implicato il figlio dell'ex vice presidente, Hunter Biden, che è stato nel consiglio di amministrazione dal 2014 sino ai mesi scorsi.

«Stiamo verificando i casi su cui in precedenza ha lavorato la procura generale», ha detto Riaboshapka. E alla domanda su quale reazione abbia avuto quando il suo nome è comparso nella trascrizione della conversazione tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e Trump, il procuratore ha risposto che «è stata calma e professionale», poiché «i magistrati sono fuori dalla politica». Trump, da parte sua, ha detto che come presidente ha «il dovere di porre fine alla corruzione, anche se questo significa chiedere aiuto ad altri paesi». «È stato sempre fatto - ha scritto su Twitter - Questo non ha nulla a che fare con la politica, o con una campagna politica contro i Biden, ha a che fare con la loro corruzione».

Il tycoon, peraltro, è convinto che oltre all'Ucraina, anche la Cina dovrebbe indagare sul candidato alle primarie dem e sul figlio. Dei suoi avversari politici - l'ex numero due di Barack Obama ed Elizabeth Warren - parlò anche nel corso di una telefonata dello scorso giugno a Xi Jinping. Secondo i media Usa, i dati della chiamata furono custoditi nel sistema elettronico utilizzato per le informazioni top secret, lo stesso in cui furono messi i dati del colloquio con Zelensky. The Donald ha difeso la chiamata con Xi, ribadendo che quando parla con i leader stranieri lo fa in «modo appropriato», e spiegando che non legherà l'accordo commerciale con Pechino al suo desiderio che il Dragone indaghi sui Biden.

In Congresso, nel frattempo, proseguono le audizioni dell'inchiesta di impeachment, e ieri è stato il turno di Michael Atkinson, l'ispettore generale dei servizi di intelligence che ha contribuito a svelare l'Ucrainagate, informando Capitol Hill della denuncia «credibile» della talpa sulla telefonata tra Trump e Zelensky. Mentre dopo la testimonianza alla Camera dell'ex inviato speciale Usa a Kiev, Kurt Volker, i presidenti delle tre commissioni che indagano hanno diffuso gli estratti di alcuni sms tra diplomatici americani che - a loro avviso - mostrano come gli Stati Uniti abbiano condizionato gli aiuti all'Ucraina e una visita alla Casa Bianca di Zelensky all'avvio di un'inchiesta sui Biden.

I messaggi furono scambiati tra luglio e settembre fra Volker, l'ambasciatore Usa in Ue Gordon Sondland, l'ambasciatore Usa ad interim a Kiev Bill Taylor, l'avvocato personale di Trump Rudy Giuliani e il consigliere di Zelensky, Andrey Yermak. Dalle conversazioni emergerebbe poi il coinvolgimento del dipartimento di stato nelle pressioni di Pennsylvania Avenue per convincere l'Ucraina ad aprire un'indagine sui Biden, sino a redigere una bozza di dichiarazione per lo stesso Zelensky.

Il Commander in Chief, invece, ha detto ai giornalisti che non ci fu «nessun quid pro quo», nessuno scambio. E in ogni caso, è convinto che «i democratici pagheranno un prezzo enorme nelle elezioni» per la loro inchiesta di impeachment.

Intanto, a breve, l'amministrazione Trump potrebbe perdere un altro membro del suo gabinetto. Secondo quanto riferisce Politico, il ministro dell'Energia Rick Perry dovrebbe annunciare le sue dimissioni a novembre.

Perry è una persona di interesse nell'indagine della Camera, e si è sempre detto disponibile a rispondere a qualsiasi domanda sulla vicenda.

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