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Aereo abbattuto da 2 missili: video smaschera Teheran

Nessun errore umano: fu dato un ordine. Il premier canadese Trudeau: "Colpa dell'escalation"

Aereo abbattuto da 2 missili: video smaschera Teheran

Il boeing ucraino precipitato a Theran con 176 persone a bordo non solo pare sia stato abbattuto per un ordine - e non per errore - ma sembrerebbero due i missili che lo hanno colpito. A distanza di 30 secondi l'uno dall'altro. Lo dimostrano immagini esclusive ottenute e verificate dal New York Times. I missili, riporta il Nyt, sono stati lanciati da una base iraniana a circa 12 km dall'aereo.

Arrivano anche le ricostruzioni di un analista indipendente che metterebbe tutto in discussione: l'aereo abbattuto a Teheran non per un errore umano ma per ordine preciso di abbattere ogni velivolo sopra i cieli. Una versione che metterebbe in discussione tutta la tesi di Teheran dove intanto proseguono gli scontri. All'università Amir Kabir, studenti che manifestano contro il regime e l'esercito presi in ostaggio. A dimostrazione dello stato di crisi, le preghiere di venerdì prossimo a Teheran saranno guidate dalla Guida suprema, che parla al sermone del venerdì solo nei momenti difficili. E l'ultima volta che Khamenei tenne il sermone durante le preghiere del venerdì accadde nel febbraio del 2012, sempre in occasione delle proteste, all'epoca in corso in Medio Oriente, per la «primavera araba». Teheran ha avviato un'indagine a tutto campo sull'aereo ucraino «abbattuto e circa 30 persone sono state arrestate in merito nelle ultime 72 ore». Lo ha detto il portavoce della magistratura di Teheran, Gholamhossein Esmaili. L'Iran deve «punire» tutti i responsabili dell'aereo ucraino abbattuto: lo ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani. Regno Unito, Francia e Germania hanno intanto lanciato il meccanismo di contestazione previsto dall'accordo sul nucleare iraniano per il mancato rispetto da parte di Teheran delle condizioni del patto. Lo annuncia l'Alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell. I tre Paesi, che nel 2015 avevano firmato l'accordo insieme a Stati Uniti, Russia e Cina, hanno informato in una lettera Borrell, che supervisiona l'intesa, del fatto che stanno attivando questo «meccanismo di disputa», aumentando la pressione sulla Repubblica islamica. Londra, Parigi e Berlino affermano che, «viste le azioni dell'Iran» sono stati «lasciati senza scelta se non quella di registrare le preoccupazioni che l'Iran non stia rispettando i suoi impegni». Mossa che la Russia ha già bollato «può portare a una nuova escalation». Israele mette in guardia e avverte che il Paese avrà un quantitativo sufficiente di uranio arricchito per produrre un'arma nucleare entro la fine di quest'anno. «Non potevano più lasciare senza risposta le crescenti violazioni iraniane dell'accordo sul nucleare», ha spiegato il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas. Borrell sottolinea che la mossa non significa che verranno automaticamente reimposte delle sanzioni.

Da quando nel 2018 Donald Trump ha ritirato unilateralmente gli Stati Uniti dall'accordo, reimponendo nuove sanzioni all'Iran, Teheran si è gradualmente sfilato dai suoi impegni.

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