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Affittopoli, il Pd è moroso ma dà la colpa al Comune

Roma, partito sfrattato per 170mila euro di arretrati. Faida a sinistra Orfini accusa Marino: "Volevamo pagare, ma nessuno ci ha risposto"

Affittopoli, il Pd è moroso ma dà la colpa al Comune

Tutti contro tutti, mentre nulla cambia. Il patrimonio immobiliare di Roma è ancora un verminaio, ma ormai la questione sembra diventata un tema di scontro politico - soprattutto interno al centrosinistra - in vista delle prossime Comunali.Sul punto la storia sulla quale soprattutto i dem rischiano di scottarsi è quella del Pd inquilino moroso del comune. Nel mirino la storica sede di via dei Giubbonari e almeno un altro paio di sezioni. Ma i partiti ospiti, spesso non paganti, degli immobili capitolini sono tanti, talvolta mascherati dietro associazioni che risultano come assegnatarie. Il bello è che la storia è venuta alla luce da almeno un anno eppure da allora non è cambiato nulla. Il commissario romano del Pd Matteo Orfini giura di aver chiesto invano al Comune un incontro per mettere a posto i conti e saldare gli arretrati, ma di fatto i soldi non si sono visti e così, almeno per la sede di via dei Giubbonari, siamo già alla richiesta di sfratto firmata dal commissario Tronca. Nel tritacarne finisce pure la sede missina di Colle Oppio, ora di Fdi. Ma di fronte alle accuse di un canone risibile fermo al Dopoguerra, i Fratelli d'Italia mettono le mani avanti, avvertendo che quell'immobile era in pratica un orinatorio a cielo aperto, e che se la minipigione è simbolica è per l'immobilismo del comune, che non ha mai risposto alla richiesta di rinnovo del contratto.Così mentre i propositi di ravvedimento si scontrano con la persistenza della morosità, nel centrosinistra finiscono per usare il pastrocchio come clava elettorale, e a prendere colpi è soprattutto il Pd. L'ex sindaco Ignazio Marino, per esempio. Tentato dal ricandidarsi, prima alza le mani sulla sede di via dei Volsci assegnata 11 anni fa alla onlus da lui fondata (Imagine) per la modica cifra di 160 euro al mese, ricordando di essersi dimesso da socio dopo l'elezione. Poi, quanto allo scandalo, punta il dito contro i suoi predecessori Walter Veltroni e Francesco Rutelli che non hanno fatto nulla per sanare il caos degli immobili comunali. L'assessore veltroniano all'Urbanistica e candidato alle primarie del centrosinistra per il Campidoglio, Roberto Morassut, prova a fare gioco di squadra, attribuendo tutta la colpa del pasticcio immobiliare alla giunta di Gianni Alemanno, già tirato in ballo dall'altro aspirante sindaco dem, Roberto Giachetti. A zittirli provvede Stefano Fassina, in corsa con Sinistra Italiana per le primarie: «Sarebbe utile capire perché in 17 anni di ininterrotto governo della città, durante il mitico «Modello Roma», quando Giachetti era capo gabinetto di Rutelli e Morassut assessore della Giunta Veltroni, non si è fatto un serio censimento del patrimonio». Non si tira indietro Beppe Grillo, che auspica di «disinfestare dal Pd» la Città Eterna. E il capogruppo in regione di Cuoritaliani, Daniele Sabatini, apre la porta a nuove polemiche. Rivelando che anche tra gli immobili Ater il Pd vanta numerose sedi.

E 600mila euro di morosità.

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