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Agenzie di rating e manovra impossibile: inizia il ciclo terribile per la maggioranza

Il braccio di ferro sul taglio delle tasse. Landini snobba il capo del Viminale

Agenzie di rating e manovra impossibile: inizia il ciclo terribile per la maggioranza

Inizia un ciclo «terribile» per il governo giallo-verde, quello che si concluderà alle soglie dell'inverno con l'approvazione della legge di Bilancio. Tre appuntamenti questa settimana si annunciano particolarmente densi di significato in quanto indicativi, da una parte, delle divisioni del governo sulla manovra economica e, dall'altra, delle difficoltà «reputazionali» dell'Italia in ambito finanziario.

Oggi il premier Giuseppe Conte incontrerà le parti sociali per ascoltare ulteriormente le loro proposte. Il presidente del Consiglio non è in grado di fare nessuna promessa, non tanto per questioni di titolarità della materia ma perché con un Pil che si avvia mestamente verso la crescita zero e con 23,1 miliardi di clausole di salvaguardia da sterilizzare per evitare gli aumenti dell'Iva l'anno prossimo non si possono fare voli pindarici, come d'altronde lo stesso titolare del Tesoro Tria ha cercato velatamente di far capire. Finanziare la manovra in deficit significherebbe aumentare nuovamente la tensione con Bruxelles che, di sicuro, non cambierà atteggiamento verso l'Italia visto che la nuova Commissione Ue avrà un impianto non troppo distante da quella uscente.

Il problema, in questo campo, è rappresentato dalla montante insofferenza leghista nei confronti di regole ritenute troppo rigide. «Se arriva una manovra inadeguata, il coraggio lo chiederemo agli italiani», aveva dichiarato Matteo Salvini minacciando le urne. E non è un caso che domani il Viminale diventi nuovamente terreno di concertazione con sindacati e imprese che saranno ospiti del vicepremier per riaffrontare gli stessi temi del giorno precedente. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha bollato come irrituale la doppia convocazione e invierà da Salvini la sua vice Gianna Fracassi, giusto per non spezzare l'unità di intenti recentemente raggiunta con Cisl e Uil. Il sottosegretario all'Economia, Massimo Bitonci, ieri in una intervista al Sole 24 Ore, ha anticipato le principali novità contenute nel piano fiscale del Carroccio. «Vogliamo proseguire nel taglio delle tasse avviato con la flat tax per le partite Iva fino a 65mila euro concentrandosi sulle fasce più deboli e i ceti medi; puntiamo a una riduzione di 10 miliardi del carico fiscale che oggi grava su pensionati e dipendenti, non certo ai quattro miliardi ipotizzati da Di Maio», ha dichiarato sottolineando che la tassa piatta «sarà applicata l'aliquota del 15% a chi oggi paga il 23 per cento».

Venerdì, infine, sarà il momento clou della revisione del rating da parte di Fitch che anticiperà le mosse rispetto a Moddy's (6 settembre) e Standard & Poor's (25 ottobre). Non sono attese grandi sorprese anche perché il ddl assestamento ha messo in sicurezza i conti del 2019 per cui Fitch dovrebbe confermare la valutazione «BBB». Ma come ha evidenziato il responsabile economia di Fi Renato Brunetta, «l'agenzia non ha espresso giudizi molto lusinghieri sull'operato del governo e, soprattutto, sulle prospettive di crescita dell'economia italiana».

Un eventuale nuovo scontro con la Commissione Ue, perciò, «potrebbe portare anche a un downgrade».

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