Cronaca giudiziaria

Agnelli, indagati Lapo e Ginevra Elkann

L'inchiesta sull'eredità si allarga. L'ipotesi dei pm: truffa ai danni dello Stato per 700 milioni

Agnelli, indagati Lapo e Ginevra Elkann

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Nuovo colpo di scena nell'inchiesta sull'eredità di Marella Agnelli. La procura torinese ha firmato un nuovo decreto di sequestro, dopo quello dello scorso febbraio, con nuove ipotesi di reato e nuovi indagati. E punta ancora più in alto, allargando le contestazioni. Stavolta i magistrati ipotizzano, oltre alla frode fiscale, anche una truffa ai danni dello Stato da 700 milioni di euro. E per questo finiscono ora indagati, oltre al numero uno di Stellantis John Elkann, al commercialista Gianluca Ferrero e al notaio Urs Von Gruenigen, anche i fratelli di John, Lapo e Ginevra Elkann.

Si contesta a tutti, in concorso, il mancato pagamento delle tasse di successione dell'eredità della vedova dell'Avvocato al fisco italiano, sostenendo che si sarebbe dovuta aprire la successione in Italia e non in Svizzera, visto che Marella- secondo i magistrati - viveva appunto a Villa Frescot a Torino e non in uno chalet a Lauenen.

Anche la frode fiscale, rispetto alla vecchia ipotesi, che rimane sempre contestata a John Elkann, al notaio svizzero e al commercialista Ferrero, è stata estesa ad altre annualità, e cioè anche al 2016 e al 2017, e non solo al 2018 e 2019 (Marella morì a febbraio di quell'anno). Ecco che la presunta frode ipotizzata sarebbe quindi di gran lunga superiore ai 4 milioni di Irpef non versata, come contestato nel precedente decreto.

Lo scopo della nuova azione dei pm Mario Bendoni e Giulia Marchetti, con l'aggiunto del pool dei reati economici Marco Gianoglio, è bloccare, in sostanza, la restituzione di quei documenti che con una decisione dei giorni del tribunale del Riesame andavano «in parte» dissequestrati. E cioè in sostanza gli atti relativi all'assetto societario della Dicembre, la società semplice cassaforte della holding miliardaria degli Agnelli, e quelli su alcune fiduciarie. Erano invece rimasti sotto sequestro il testamento pubblico numero 3.693 del 12 agosto 2011 redatto dal notaio svizzero indagato nell'inchiesta, le aggiunte testamentarie del 14 agosto 2012 e del 22 agosto 2014, i contratti di locazione del 2008 e del 2016 relativi alla villa sulle colline torinesi e quelli di comodato dell'attico a Roma, e della tenuta di Villar Perosa, un contratto di lavoro tra Marella Caracciolo e una dipendente.

L'inchiesta nasce da un esposto di Margherita Agnelli, la figlia di Gianni, che da due decenni è in conflitto con i figli, in particolare con John, ritenendo di essere stata esclusa da una parte cospicua dell'eredità, firmando i patti successori svizzeri nel 2004. L'obiettivo è dimostrare che da diversi anni prima della morte, la madre Marella, non abitava più in Svizzera ma in Italia, a Torino. In questi mesi la procura ha coltivato molte indicazioni contenute in un esposto di Margherita, che è assistita dall'avvocato Dario Trevisan e che si è avvalsa anche della consulenza di uno 007.

Ed è ora decisa ad andare avanti sia nell'indagine sui reati fiscali per il mancato pagamento delle tasse, che sulle «evidenti anomalie» di cui ritiene sia caratterizzato l'assetto societario della Dicembre.

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