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Aiutino Ue sulla manovra Renzi: fronda Pd come Totò

Verso l'ok di Bruxelles ma resta il giallo sul testo E il premier punge: «Opposizione a prescindere»

RomaFonti europee dicono che «c'è un buon clima» nella Commissione europea dopo una prima lettura della legge di Stabilità. E le stesse fonti si sbilanciano: «Non ci sarà alcun rinvio» al mittente della manovra.

Il problema è capire quale testo il governo ha inviato a Bruxelles. Il Quirinale, infatti, non ha ancora ricevuto la versione definitiva della legge di Stabilità. Ne consegue: quale articolato hanno letto a Bruxelles? Pare di capire che le fonti della Commissione Ue abbiano potuto sbirciare un testo che il capo dello Stato non ha ancora ricevuto.

Per quanto riguarda il «rinvio al mittente», è evidente che nessun ufficio dell'Esecutivo europeo può assumersi un onere del genere. Innanzitutto, perché ha tempo fino a novembre. Eppoi, perché l'anticipazione del giudizio sulla legge di Bilancio spagnola è stata determinata dalle elezioni politiche a Madrid; che hanno anticipato sia l'invio della «finanziaria» iberica a Bruxelles, sia il relativo giudizio. Giudizio che invita il governo di Mariano Rajoi a correggere dello 0,7% il deficit per il 2016.

Da qui, le conclusioni di Renato Brunetta che parla di un «giudizio al buio» da parte delle autorità europee. D'altra parte, lo stesso Pier Carlo Padoan (correttamente) rivela che la trattativa con la Commissione Ue è un «processo continuo». Che non si esaurisce con le valutazioni che la Commissione esprimerà entro il mese prossimo. In più, le stesse fonti Ue che rivelano il clima positivo intorno ai conti pubblici italiani, utilizzano il «condizionale» quando riferiscono su come l'Italia intende dare copertura finanziaria all'abolizione della tassa sulla prima casa. «Dipende - dicono le stesse fonti - se essa fa aumentare il rapporto deficit-pil in modo sostanzioso». Ma l'Italia «dovrebbe starci dentro».

Se le fonti europee avessero realmente letto la legge di Stabilità, ed i relativi saldi contabili, dovrebbero conoscere esattamente se l'Italia rispetta o meno il profilo di riduzione del deficit concordato. Non è lessico europeo dire «dovrebbe starci dentro» . Un Paese o rispetta o non rispetta il profilo di deficit. È evidente che nelle valutazioni dei funzionari della Commissione «pesano» e non poco le prese di posizione del premier che ha minacciato di non recepire eventuali osservazioni di Bruxelles. Proprio ieri, intervistato al Tg5, Renzi ha invece parlato di «misure storiche», ironizzando su quella «parte di Pd che si oppone a prescindere come avrebbe fatto Totò».

Si registra, dunque, un'ammorbidimento formale del clima con cui la Commissione è pronta a ricevere il testo definitivo della Stabilità. Che questo atteggiamento politico possa essere confermato dalle osservazioni tecniche, è tutto da dimostrare. Qualora non scattasse la clausola-migranti (lo sconto dello 0,2% del deficit in virtù della politica di accoglimento italiana), il deficit per il 2016 salirebbe al 2,4% del pil. Vale a dire, che scenderebbe appena dello 0,2% contro lo 0,5% previsto dai Trattati. E se nel 2015 questo è potuto accadere è solo in virtù del rallentamento della crescita economica.

Per gli euroburocrati, la flessione del pil rientra fra le cosiddette «circostanze eccezionali» che un Paese può richiamare per avere la possibilità di ridurre la correzione del deficit. Il governo prova ad invocare le stesse «circostanze eccezionali» per i migranti. Sulla carta potrebbe contare sull'alleanza della Germania (anche Berlino è alle prese con il problema migratorio). Con un particolare, però.

Il bilancio tedesco è già in pareggio.

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