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Alfano: migranti in caserma. E affossa le privatizzazioni

I profughi negli immobili della Difesa faranno saltare le dismissioni. A Milano in fumo 3,6 milioni

Alfano: migranti in caserma. E affossa le privatizzazioni

Come se le privatizzazioni non fossero già abbastanza difficili. Come se l'eterno braccio di ferro tra ministero dell'Economia e quello della Difesa non avesse già frenato abbastanza i piani di dismissioni degli immobili pubblici, mandando in frantumi i piani di almeno tre governi. La «privatizzazione» più complicata, cioè la vendita dei beni delle forze armate, potrebbe essere frenata non tanto dalle resistenze dei militari quanto dai piani di accoglienza dei presunti rifugiati.

Se n'è accorta la newsletter Monitor Immobiliare, che in un commento ha messo in relazione la destinazione delle ex caserme del Nord Italia con la creazione del fondo immobiliare gestito da Invimit, e quindi dal ministero dell'Economia, dedicato proprio agli immobili della Difesa da dismettere. Si chiama I3-Stato difesa, attivo dal 2015. Dovrebbe raccogliere 500 milioni di euro attraverso la sottoscrizione di quote da 50mila euro. Tra le caserme che fanno parte del fondo ci sono quelle milanesi di Piazza d'Armi e Magazzini di Baggio, Palazzo Rinaldi e Caserma Romagnoli a Padova e la Caserma Saluzzo a Torino. «Ora, chi sarà l'investitore disposto a sottoscrivere un investimento in caserme, se alla prima emergenza potrebbero essere requisite?», rileva Monitor immobiliare.

In un'intervista recente, il direttore dell'Agenzia del Demanio Roberto Reggi ha citato tra gli immobili da razionalizzare anche la caserma milanese di viale Certosa, quella Garibaldi di piazza Sant'Ambrogio, la caserma Santa Barbara di via Perucchetti e la caserma Montello di piazza Firenze. La Garibaldi dovrebbe andare all'Università cattolica. La Montello sarà destinata al personale della Polizia e la Santa Barbara a quello della difesa. «Totale: due edifici al posto di 11 e un risparmio di 3,6 milioni di euro l'anno». Peccato, rileva la newsletter immobiliare, «che il sindaco Sala sembri decidere per proprio conto e che la caserma Montello, pedina fondamentale del nuovo assetto, sia la struttura identificata per accogliere i migranti in questa fase d'emergenza. E, visto che non c'è nulla di più stabile delle emergenze, difficile pensare che rapidamente la caserma torni disponibile per il progetto sopra descritto».

Un problema di comunicazione. Oppure un cambio di strategia non esplicito. Le caserme sono da più parti indicate come la soluzione meno traumatica per accogliere gli immigrati. Lo stesso ministro dell'Interno Angelino Alfano ha fatto pressioni sul ministro della Difesa Roberta Pinotti in questo senso. Sala fa pressioni sul governo per evitare di utilizzare l'area dell'Expo. Tra le ipotesi emerse in queste settimane c'è appunto quella della caserma di Montello, ma anche quella di un riadattamento di Magazzini di Baggio, che fa già parte del fondo I3. Chi ha già sottoscritto le quote non immaginava certo una riconversione a rifugio per immigrati.

Ipotesi di utilizzo delle caserme per accogliere gli immigrati riguardano tutta l'Italia. Il rischio è che si vanifichi anche l'iniziativa «Proposta Immobili 2016» promossa dal ministero dell'Economia e dall'Agenzia del Demanio per selezionare i patrimoni pubblici da inserire in percorsi di valorizzazione e dismissione. Entro settembre le amministrazioni pubbliche dovranno segnalare immobili candidati alla valorizzazione. Ci sono ville storiche (per il momento escluse dai piani per l'accoglienza dei rifugiati), impianti sportivi e le ex caserme.

Le caserme sono finite anche tra le ipotesi di impiegare i rifugiati per lavori socialmente utili.

Tra quelli individuati, oltre alla manutenzione di parchi e del verde pubblico, c'è anche la riqualificazione degli edifici della Difesa in disuso.

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