Cronaca internazionale

Gli alieni tra noi?

I corpi di due esseri "non umani" mostrati ai membri del Congresso messicano. L'ufologo: "Hanno mille anni, Dna ignoto. Non siamo soli". Ma mancano le prove. E già in passato l'esperto è stato sbugiardato

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Messico e bubbole. Extraterrestri ma pur sempre, quasi certamente, bubbole. Il parlamento di Città del Messico ha sdoganato gli Ufo (che poi da tempo non si chiamano più così, bensì Uap, unenditified aerial phenomenon, fenomeni aerei non identificati) nel corso di una bizzarra audizione pubblica organizzata dal congresso messicano, in odore di possibilismo. È la prima volta che il Paese centramericano organizza un evento del genere con il crisma dell'ufficialità garantito dalle istituzioni. Al punto che all'inizio dell'audizione il deputato Sérgio Carlos Gutiérrez Luna, ha chiesto a tutti i partecipanti di alzarsi e prestare giuramento «per garantire la veridicità delle loro dichiarazioni».

Alla sessione ha partecipato Ryan Graves, tenente pilota della Marina statunitense in pensione, uno dei maggiori cantori della presenza di civiltà aliene a zonzo nei nostri cieli. Uno che sostiene che gli avvistamenti sono, per chi conduce aerei ad alta quota, quasi all'ordine del giorno, che nei forum dei piloti ci si scambiano esperienze e localizzazioni come in un Tripadvisor extraterrestre e che il fenomeno è colpevolmente sottovalutato dalle autorità, almeno da quelle statunitensi. Insomma, una testimonianza a colpo sicuro per chi vuole avere titoli sui giornali e colpire l'immaginazione dei nerd fan dei visitors.

Ma la parte più spettacolare e autarchica dell'audizione messicana, è stato l'intervento di tale Jaime Maussan Flota, giornalista e ufologo di lunga data. Una personalità controversa, sospesa tra il messianico e la cialtroneria. Maussan Flota agli sbalorditi parlamentari messicani ha mostrato quelli che secondo lui sarebbero due cadaveri alieni. Si tratta di due corpi mummificati recuperati nel 2017 a Cuzco, in Perù, la cui testa è stranamente simile a quella del cinematografico E.T.: allungata e schiacciata, e con tre dita per mano. Troppo verosmili per essere veri. E infatti di questi cadaveri che secondo Maussan Flota risalirebbero a oltre mille anni fa si è già occupata l'Unam, l'Universidad Nacional Autónoma del México: che ha stabilito grazie all'esame del Carbonio-14 che nelle mummie c'è del materiale genetico di origine umana, altro che alieni. Un expertise che non ha certo scoraggiato Maussan, arciconvinto che siamo di fronte a «un punto di svolta della Storia»: «Non si tratta di esseri recuperati in navi che si sono schiantate - spiega - ma di esseri sepolti in miniere di diatomite, un'alga fossile che ha diciassette milioni di anni, fitoplancton che era abbondante all'epoca e che, quando è scomparsa, si è fossilizzata». L'orgoglio di Maussan Flota è inarrestabile, il suo sogno è che il Messico diventi il primo Paese al mondo ad ammettere ufficialmente che «non siamo soli». Gli Ufo diventerebbero insomma un prodotto tipico messicano, come la tequila e le tortillas.

Di certo siamo in pieno revival ufologico, alimentato da una lobby di tifosi degli alieni con un certo seguito anche nella politica americana. Lo scorso 26 luglio anche il congresso di Washington, nelle vesti della sottocommissione alla sicurezza nazionale, ha dedicato un'audizione al fenomeno, dando spazio alle testimonianze di tre pasdaran degli extraterrestri, tra i quali il già citato Graves, che hanno più o meno esplicitamente accusato il governo di occultare le prove delle visite delle civiltà aliene per non scatenare il panico generale. Washington ha però poche settimane fa compiuto un atto di apparente trasparenza annunciando la descretazione di tutto il materiale anche audio e video relativo agli avvistamenti sospetti segnalati dai militari, messo in rete sul sito www.aaro.mil. Chi ha potuto vederlo garantisce che si tratta di materiale deludente e tutt'altro che fantascientifico. Ma per gli ufologi è solo un'altra prova che i governi vogliono mettere i visitors sotto al tappeto.

Tutti tranne, forse, i messicani.

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