Politica estera

Allarme attentati a Mosca. Summit Zelensky-Erdogan

Gli Usa: "Attacco a breve". La Farnesina: "Evitare la folla". Minacce Isis e brigate anti-Zar. Il leader ucraino ad Ankara

Allarme attentati a Mosca. Summit Zelensky-Erdogan

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Il Califfato Islamico ha rialzato la testa, i partigiani anti-Putin altrettanto, e Mosca diventa all'improvviso il bersaglio perfetto per destabilizzare la Federazione a due settimane dal voto. L'Ambasciata Usa in Russia ha pubblicato un'allerta sul proprio sito web consigliando ai cittadini americani di evitare i grandi raduni nella capitale per le prossime 48 ore. Lo stesso messaggio è stato ripreso sia dal ministero degli Esteri britannico, così come dalla Farnesina. Il Cremlino invece fa finta di nulla e proibisce agli organi di informazione di parlare dell'allerta.

Seppur indebolito, l'Isis ha sviluppato una propria visione della guerra in Ucraina e sta provando a dare nuove direttive alle cellule terroristiche presenti in Medioriente così come in Russia. Al Naba, la newsletter curata dagli affiliati al Califfato, considera il conflitto tra Mosca e Kiev una sorta di benedizione, e invoca Allah di rendere «la guerra tra crociati ortodossi sanguinosa e devastante. Uccidersi tra loro è la punizione divina per le guerre scatenate contro i musulmani». Nella frase c'è un chiaro riferimento alle azioni militari di Mosca in Siria.

I servizi di sicurezza interni russi (Fsb) vivono ore di massima allerta. Ieri hanno neutralizzato a Kaluga (188 km a sudovest della capitale) la cellula afghana «Wilayat Khorasan», che stava pianificando un assalto alla sinagoga corale di Mosca. Sabato un altro gruppo di sei terroristi è stato liquidato a Karabulak, nell'Inguscezia.

Tuttavia c'è chi cerca di rovesciare i piani di Putin alla vigilia del voto anche all'interno dei confini russi. Il gruppo di partigiani ucraini del movimento di resistenza della Crimea «Atesh» hanno sabotato l'altro ieri una struttura ferroviaria nel distretto di Solnechnogorsk (Mosca). Mentre la galassia russa del «Boak», combattenti anarco-comunisti, ha rivendicato l'attentato di mercoledì scorso a una centrale termoelettrica in Siberia. A togliere il sonno a Putin c'è anche la rete di russi e bielorussi «Stop the wagons», che gli attacchi li conduce mettendo in ginocchio i collegamenti ferroviari per il trasporto di truppe ed armi verso il fronte. A Minsk è attiva invece «Bypol», i cui componenti sono ex militari e poliziotti bielorussi specializzati nell'uso dei droni.

Per la lotta al terrorismo di matrice Isis, Putin fa leva sul sostegno di Erdogan. Il presidente turco ieri ha ricevuto Zelensky. Dopo aver visitato i cantieri navali di Istanbul, dove sono in costruzione due navi corvette che il governo di Ankara donerà alla Marina delle Forze Armate ucraine, Zelensky si è recato al Palazzo di Dolmabahce. La sicurezza della navigazione nel Mar Nero (ripristino della rotta del grano) è stato il principale argomento di conversazione. Erdogan ha garantito il sostegno a Kiev, impegnandosi per il raggiungimento di una pace duratura nella regione.

Dopo aver dato vita a un repulisti nelle forze armate (Zaluzhny è diventato ambasciatore a Londra), ora Zelensky pensa a un rimpasto nel governo. La rimozione del ministro degli Esteri Kuleba è all'orizzonte.

Lo sostituirebbe il vice capo dell'ufficio presidenziale Igor Zhovkva.

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