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Allarme di Forza Italia: "Manovra anti popolo" L'ultimatum a Salvini

«Il Def impoverisce il Nord». E al leghista: «O sta con noi o sceglie chi scassa il Paese»

Allarme di Forza Italia: "Manovra anti popolo" L'ultimatum a Salvini

Lo aspettavano al varco della legge di Bilancio, il governo gialloverde. E ora che si confermano i loro peggiori timori, gli azzurri attaccano. «Una manovra contro il popolo», la definisce il presidente del Parlamento Ue e vicepresidente di Fi Antonio Tajani.

Oggi Silvio Berlusconi compirà 82 anni, circa 20 al potere, adesso all'opposizione dell'esecutivo in cui l'alleato della Lega Matteo Salvini è alleato con il M5S di Luigi Di Maio. E il compleanno, che festeggerà in Sardegna con la famiglia, cade nel mezzo della polemica sulla manovra economica. Tajani, il suo numero 2, si dice «molto preoccupato» per l'aggiornamento del Def e l'aumento del rapporto deficit-Pil al 2,4% nel 2019. «Una finanziaria che impoverisce il Nord senza aiutare il Sud, con molto assistenzialismo e pochi investimenti per la crescita. Danneggia il risparmio, fa aumentare il costo del mutui e dei prestiti a famiglie e imprese. Ci renderà meno sovrani, più dipendenti dai mercati finanziari». Tajani ricorda che abbiamo già pagato interessi aggiuntivi sul debito per quasi 2 miliardi, oltre ai 70 di ogni anno e così «carichiamo sulle spalle dei nostri figli un debito che ruberà il loro futuro». A questo punto, se «aver dato il via libera a un governo gialloverde è stato un gesto di responsabilità per il Paese, fermarlo è un atto d'amore per l'Italia e per gli italiani».

La parola d'ordine è «Noi non molliamo!» e Forza Italia punta il dito accusatore sulla Lega, che non ha frenato gli appetiti dei grillini. «Salvini - dice la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna - non può pensare di fare come Arlecchino, servo di due padroni: o si sta con gli elettori di centrodestra che chiedono meno tasse senza scassare i conti pubblici italiani o si sta con il M5S che scassa i conti pubblici per pagare il reddito di cittadinanza». Gli azzurri ricordano al vicepremier leghista gli impegni presi sul programma del centrodestra, l'accusano di accodarsi ad un governo a trazione M5S, in cui ha vinto Di Maio, riuscendo ad imporre la «logica assistenzialista» anche alla Lega, dice il portavoce Giorgio Mulè. Come spiegherà ora questo «scenario greco» ai suoi elettori, «il senso di una manovra che umilia il lavoro e mortifica i sacrifici di chi ha sempre creduto nella giustizia sociale?». E poi, incalza, «la flat tax che fine ha fatto? E la riforma della legge Fornero?» .

Renato Brunetta, responsabile del dipartimento Economia di Fi, vede dietro a questa scelta una «vera provocazione nei confronti dell'Unione Europea», un modo per «farsi dire di no alla legge di Bilancio, per fare campagna elettorale alle prossime elezioni europee contro l'Europa matrigna, contro l'euro». Per Stefania Craxi, «fuori dal Paese, con complicità interne al governo, qualcuno lavora per la Ital-Exit».

Per gli azzurri, il governo per mantenere il consenso aumenta le spese e fa «regali, come fece Renzi con gli 80 euro, marchette che pagheranno le generazioni future», dice Sestino Giacomoni. Questa «mazzata alla stabilità» economica del Paese, fa i conti il vicecapogruppo vicario in Senato Lucio Malan, porterà un beneficio di 89 euro al mese per ogni povero, se i 10 miliardi per il reddito di cittadinanza dovranno andare ai 9 milioni e 368mila stimati dall'Istat.

L'Italia dei 5s, Andrea Ruggieri la vede così: «Si premia chi non fa niente, chi non ha voglia di fare niente.

Si dà un vitalizio ai fannulloni col reddito di cittadinanza, stranieri compresi, a chi non ha mai versato un solo euro di contributo e riceverà di più di un artigiano, commerciante, dipendente o professionista che ha lavorato e versato, ma prende 700 euro al mese».

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