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Allarme Pakistan: troppe richieste d'asilo sospette

La maggioranza dei presunti «profughi» non ha diritto allo status. E arriva da Paesi a rischio jihad

Allarme Pakistan: troppe richieste d'asilo sospette

In Italia non sono i siriani o gli afghani, che scappano dalle guerre, la maggioranza dei richiedenti asilo, ma i nigeriani, al primo posto, e i pachistani subito dietro, che battevano tutti nei primi sei mesi dell'anno. Nella gran parte dei casi si tratta di migranti economici, ma ci sono anche integralisti che la fanno a padroni nei centri di accoglienza. O addirittura terroristi, che incassavano il sussidio pubblico e che hanno ottenuto l'asilo raccontando la favola di essere cristiani perseguitati.

Delle quasi 80mila domande degli aspiranti rifugiati fino ai primi di novembre quelle dei pachistani sono 11.227, seconde solo ai nigeriani. Per dare un'idea nel solo mese di ottobre le richieste di asilo dei migranti provenienti dal Pakistan sono 1.018. Gli afghani e siriani assieme, che qualche diritto ce l'hanno fuggendo da conflitti spietati, sono appena 262. Da un paio d'anni nigeriani e pachistani sono ai primi posti negli arrivi solitamente con i barconi dalla Libia, ma negli ultimi tempi anche dall'Egitto. Dopo aver attraversato via terra l'Iran e la Turchia spesso affrontano il viaggio per mare o prendono un volo diretto in Libia con visto di lavoro, dove si imbarcano sui gommoni. La Commissione che vaglia le domande di asilo considera il Pakistan un «Paese sicuro» e respinge il 90% delle domande. Però hanno diritto a fare ricorso rimanendo un altro anno o due in Italia a spese delle Stato. E talvolta ottengono qualche protezione minore.

Il problema è che spesso la fanno di padroni nei centri di accoglienza e vessano i richiedenti asilo cristiani. «Eravamo in 25, la maggioranza pachistani, qualche ragazzo africano ed io» racconta una fonte ucraina del Giornale, che ha ottenuto lo status di rifugiato. «Non pensavo che i pachistani odiassero così tanto i cristiani - aggiunge il ragazzo scappato dalla Crimea annessa dalla Russia - Come kufar, infedele, non avevo diritto a sedere al tavolo con loro e dovevo mangiare come un cane». Una cristiana pachistana nel centro di accoglienza di Viterbo, che aveva subito un attentato dei talebani, è stata maltrattata e insultata dai connazionali musulmani duri e puri perché si vestiva all'occidentale.

I pachistani ufficialmente in Italia secondo l'Istat sono 101mila, ma le stime che tengono conto dei clandestini indicano fra le 130mila e le 150 mila persone. E non mancano le mele marce. Lo scorso anno è stata sgominata una rete di jihadisti che aveva collegamenti con il Pakistan. Yahya Khan Ridi, un afghano collegato al gruppo, ha fatto il furbetto con la domanda di asilo. Il giudice per le indagini preliminari annotava che «era arrivato illegalmente in Italia ottenendo indebitamente lo stato di rifugiato, in quanto si era accreditato falsamente come vittima di persecuzioni da parte dei talebani (ai quali invece era contiguo)». Nel gruppo dei pachistani spiccava Hafiz Muhammad Zulkifal con una famiglia numerosa. L'imam della guerra santa abitava in una casetta nel bergamasco.

Per il fisco era nullatenente e incassava i sussidi per l'affitto e per la scuola dei figli (quasi 3mila euro) oltre all'assegno familiare per i nuclei numerosi.

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