Cronache

Allarme zanzare La febbre del Nilo contagia il Po

Due anziani in prognosi riservata a Lodi. I medici: "All'inizio sembrava meningite". Ritenute a rischio le zone fluviali

Allarme zanzare La febbre del Nilo contagia il Po

Sant'Angelo Lodigiano (Lodi) - Ricoverati sotto sistema di condizionamento e sterilizzazione dell'aria a filtri assoluti a 6 ricambi d'aria all'ora e con sistema di regolazione computerizzata delle pressioni nelle singole stanze: si tratta di due lodigiani di 81 e 87 anni. Sono stati semplicemente punti da zanzare infette, ne basta una del tipo Culex quinquefasciatus e, quindi, colpiti dalla West Nile Fever , o febbre del Nilo e per loro la prognosi è riservata.

Sono arrivati in pronto soccorso a Lodi, poi destinati a Sant'Angelo Lodigiano, il 10 agosto scorso in condizioni estremamente critiche tanto da essere entrambi destinati, inizialmente, al reparto di Rianimazione. Entrambi accompagnati dai familiari, avevano già raggiunto lo stadio dell'encefalite: erano confusi tanto da non riuscire a capire quanto gli veniva detto e facevano fatica a muoversi, avevano un fortissimo mal di testa e febbre alta. Racconta Marco Tinelli, primario dell'Unità operativa Infettivi all'ospedale di Sant'Angelo Lodigiano oltre che consigliere nazionale della Società italiana di malattie infettive: «Quando li abbiamo visitati, al momento, in prima battuta, abbiamo pensato che si trattasse di meningite data la gravità dei sintomi. Immediata è scattata l'urgenza di effettuare un test di biologia molecolare. Il risultato non ci ha lasciato dubbi: in entrambi i liquidi analizzati abbiamo riscontrato chiara la presenza del virus del Nilo, subito segnalata a Asl, Regione e Ministero».

Del resto, ce lo dice anche il monitoraggio costante dell' European Centre for Disease and Control di Stoccolma: la via del Po, tra le zone in cui le zanzare sono molto più numerose che in altri luoghi del Belpaese, è tra quelle più a rischio per questo tipo di sindromi. Basti pensare che lo stesso centro ci dice che quest'anno, dal primo gennaio al 20 agosto, in tutta Europa i casi di questa malattia sono stati in tutto 15, 6 dei quali, però, concentratissimi, lungo la zona del Po: con 2 casi a Reggio Emilia, 1 a Parma, 1 a Cremona e 2 a Lodi.

Non per nulla, in più, la stessa Avis, per la provincia di Milano e presso il Centro Formentano di Limbiate, ha disposto il «Nat Test» su tutte le donazioni effettuate mentre per le province considerate a rischio in Italia si procede con la sospensione delle donazioni per 28 giorni da quando si è soggiornato, anche per una sola notte, nelle zone ritenute a rischio.

Già, perché l'infezione umana è in oltre l'80 per cento dei casi asintomatica: nel restante 20 per cento dei casi le manifestazioni sono quelli di una sindrome pseudo-influenzale. E solo nell' 0,1 per cento di tutti i casi, comprensivi dei sintomatici ed asintomatici, l'infezione virale può provocare sintomatologia neurologica del tipo meningite o meningo-encefalite.

Una cosa è certa: nemmeno con le zanzare ci si può più prendere il lusso di scherzare. Da tempo l'ha già capito bene la vicina Svizzera. Qui, chi si è recato in luoghi a rischio, tra cui l'America, non può donare sangue per 6 mesi. E in Canton Ticino recentemente è stato aperto tanto di numero verde al quale bisogna segnalare ogni avvistamento di zanzare tigre.

Specie che ora potrebbe, quasi, sembrare un agnellino rispetto a queste «cugine» così tanto agguerrite.

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