Politica

All'asta i cimeli dei Radicali: c'è anche una pianta di marijuana

Manifesti elettorali, foto, bandiere, un dipinto di Welby: sono i cimeli messi in vendita dai Radicali

All'asta i cimeli dei Radicali: c'è anche una pianta di marijuana

Si può mettere un partito all'asta? Qualcuno pensa di sì, limitatamente alla sua storia. Vecchi manifesti elettorali, foto, bandiere, libri, la raccolta del periodico "Il Mondo" di Pannunzio dal 1956 al 1958, una lettera inedita di Norberto Bobbio, un dipinto, una scultura e molti altri oggetti. Per autofinanziarsi e celebrare i sessanta anni di vita i Radicali mettono all'asta alcuni pezzi della loro storia. Sul sito www.astaradicale.it sono visibili i primi lotti posti in vendita.

L'invito ad acquistare i cimeli del partito viene rivolto dalle due anime del partito: "Vi diamo e ci diamo l’occasione di conservare, trasmettere e accudire delle pagine e delle ore di storia", dice Marco Pannella. L’asta, sottolinea Emma Bonino, "è un modo per ricordare le vittorie passate e dare forza a quelle presenti e a quelle che si stanno preparando. Vivere liberi fino alla fine, per esempio. La legalità e lo stato di diritto, così scarso in questo Paese. Troverete - sottolinea la Bonino - momenti tristi, bellissimi o momenti che abbiamo vissuto insieme, così come stiamo preparando quelli futuri. Perché i Radicali sono testardi, cocciuti, insopportabili, certamente scomodi ma sempre più indispensabili".

Tra gli oggetti posti in vendita ci sarà anche una piantina di mariujana. Lo rivela Rita Bernardini, segretaria di Radicali italiani: "Sul mio balcone sto coltivando 54 piante di marijuana e nessuno mi si fila. Mi sono anche autodenunciata ma niente. Quindi ne metteremo all’asta una per sensibilizzare l’opinione pubblica. Pare che noi dei Radicali abbiamo la licenza per coltivare. Perché? Semplice, in Italia non si può parlare di legalizzazione. Anche la direzione nazionale Antimafia dice che l’unico modo per contrastare la criminalità che ruota attorno alle droghe leggere è quello di legalizzarle", conclude la Bernardini.

Fra i cimeli anche una banconota da 10mila lire. Fu una tra quelle distribuite in piazza dai Radicali, nel 1997, per protestare contro il finanziamento pubblico ai partiti. "Pratica - aggiunge la Bernardini - che noi ritenevamo un furto visto l’esito del referendum e che quindi restituimmo a modo nostro ai cittadini distribuendo per strada miliardi".

In vendita anche l’ultimo quadro dipinto da Piergiorgio Welby, l'uomo simbolo della lotta radicale per l'eutanasia. "Fu dipinto - spiega la segretaria di Radicali italiani - mentre Piero teneva il pennello e la compagna muoveva la tela seguendo le sue indicazioni". A disposizione di collezionisti e simpatizzanti c'è anche una scultura raffigurante il giornalista di Radio Radicale Antonio Russo, ucciso in circostanze mai chiarite a Tiblisi, in Georgia, il 16 ottobre del 2000.

Ma perché non raccogliere tutti questi oggetti in un museo? La spiegazione la danno i Radicali stessi: "Sessanta anni fa nasceva il Partito Radicale. Sessanta anni di campagne, di lotte, di proposte. Sessanta anni di storia.

Come far vivere la memoria di tutti questi momenti e dare forza al suo futuro? Attraverso un’asta che accenda un faro su oggetti pieni di significato storico, facendo rivivere le origini, l’impegno, le lotte di 60 anni di storia radicale".

Commenti