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Allerta sul Giubileo, Gabrielli avverte: "È il primo ai tempi dell'Isis"

Gabrielli lancia l'allarme: "La sicurezza preoccupa più dell’afflusso dei pellegrini". Poi accusa il governo: "I decreti non risolvono i problemi". E mette una pietra su Marino

Franco Gabrielli alla sede della prefettura di Genova
Franco Gabrielli alla sede della prefettura di Genova

Il Giubileo straordinario è alle porte. Ma Roma e, più in generale, l'Italia non è pronta ad accogliere milioni di pellegrini e fedeli e a garantirne la sicurezza da eventuali attacchi e attentati. Ad alzare l'allerta è Franco Gabrielli in persona facendo presente che quello indetto da papa Francesco è il primo Giubileo "ai tempi dell'Isis".

Per Gabrielli affrontare il Giubileo straordinario dal punto di vista della sicurezza preoccupa un po' più dell’afflusso di pellegrini. "Leggo di previsioni di 30 milioni di persone - ha spiegato il prefetto di Roma parlando dell’attuale situazione di grande difficoltà in cui versa la Capitale - a dove? Ma quando? Ci saranno 30 mila pellegrini in una città dove si muovono 4 milioni di abitanti e dove uno dei principali problemi è la mobilità". Nel corso della Repubblica delle idee all’Aurum di Pescara, Gabrielli accusa apertamente il governo e il Campidoglio. "Quando vado a leggere i decreti legislativi su Roma capitale - spiega il prefetto - non trovo la benché minima soluzione ai reali problemi". Pensando, poi, alle dimissioni di Ignazio Marino da sindaco Marino, Gabrielli mette in chiaro che "non sarà un semplice cambio di Giunta a risolvere i problemi se non ci sarà una legislazione adeguata e una macchina amministrativa che possa arrecare benefici ai poveri cittadini". Perché, secondo il prefetto, il problema di città come Roma è la macchina amministrativa: in un dibattito a Pescara su "il prezzo della corruzione" ha sostenuto la necessità di avere una macchina "attrezzata".

Gli apparati d’intelligence sono già da tempo al lavoro per prevenire e contrastare i rischi terroristici in vista del Giubileo, consapevoli che l’evento da mesi è al centro della propaganda dell’Isis, con ripetuti appelli a colpire il centro della cristianità e fotomontaggi sui social che ritraggono la bandiera nera del Califfo issata sulle macerie di San Pietro o sul Colosseo. "Allo stato - ha ripetuto anche qualche settimana fa il direttore del Dis Giampiero Massolo ai membri del Copasir - gli 007 non hanno segnali di progettualità specifiche di possibili attentati, anche se l’attenzione è massima e il monitoraggio costante". Per garantire la sicurezza del Giubileo intelligence e forze di polizia riproporranno il modello Expo, che ha dato buoni risultati anche se si tratta di due eventi diversi. A Roma, inoltre, arriveranno circa 1.500 militari per incrementare lo schieramento dedicato alla sicurezza e rafforzare i presidi agli obiettivi sensibili. "Mille unità - è scritto nell’ultima bozza della legge di stabilità - sono previste in azione dal primo gennaio al 30 novembre 2016 e le altre 500 dal primo gennaio al 30 giugno 2016, per una spesa prevista di 22 milioni".

"L’attenzione degli 007 - ha spiegato nei giorni scorsi sempre al Copasir il direttore dell’Aisi Arturo Esposito - sarà rivolta naturalmente sul Vaticano e Roma, ma non saranno trascurati gli altri luoghi di culto della penisola che possano attrarre pellegrini". L’errore da non commettere, infatti, è quello di concentrare tutte le attenzioni sulla Capitale, lasciando ’scopertì altri luoghi che potrebbero essere presi di mira dai terroristi.

Gli 007 e le forze di polizia, inoltre, continuano con un monitoraggio costante dei foreign fighter (un’ottantina hanno avuto a che fare con l’Italia e solo sei sono italiani, mentre altri sei hanno il doppio passaporto), e della propaganda via web attraverso la quale potrebbero radicalizzarsi soggetti presenti da tempo in Italia e vicini a posizioni estremistiche.

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