Elezioni Regionali 2019

Via all'operazione Umbria: "Cacceremo i comunisti da Regione e governo"

Berlusconi, Salvini e Meloni a Perugia Centrodestra unito per la spallata a Conte

Via all'operazione Umbria: "Cacceremo i comunisti da Regione e governo"

Giorgia Meloni arriva per prima, ma si smarca in qualche saletta dell'albergo. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini attendono sul palco qualche minuto, poi il Cavaliere rompe gli indugi: «Iniziamo o aspettiamo la signora?».

Rieccola: la coalizione lancia il candidato governatore, Donatella Tesei, senatrice della Lega che ha il vento in poppa. C'è aria di vittoria, fatti i debiti scongiuri, e Salvini, che ha superato la colica, mette subito le cose in chiaro: «I bambini segneranno la data del 27 ottobre 2019 come il giorno della liberazione dell'Umbria dopo cinquant'anni di governo comunista. Diventerà un festa comandata. Abbiamo vinto a Trento, a Bolzano, in Piemonte e in tante altre regioni. Vinceremo anche qua». Nulla di più e nulla di meno. Anzi no: «Spero che la sera del 27 i signori Zingaretti e Di Maio provino tanta vergogna per aver tentato nel laboratorio umbro un esperimento genetico fallimentare».

Sì, questa tornata si combatte fra Perugia e Roma. Lo sottolineano tutti e tre i tenori che non vedono l'ora di assestare un colpo a suo modo storico agli alleati di governo.

«Queste elezioni sono molto importanti - insiste il Cavaliere - perché tutta l'Italia guarda al risultato delle urne. È il momento di conquistare il fortino rosso e di mandare a casa chi non ha saputo far crescere la Regione più bella d'Italia e del mondo». L'Umbria, nota la Tesei, è «al centro dell'Italia ma è isolata. C'è solo un Frecciarossa alle cinque del mattino».

Si parte dai dettagli. Il centrodestra va avanti cosi, in modo empirico. Un passo alla volta.

«Sabato saremo di nuovo insieme a Roma - spiega la Meloni - per protestare contro questo governo che sa solo mettere tasse su tasse».

Insomma, da Perugia può arrivare una spallata ai rossogialli più che una benedizione ai suoi oppositori.

«Vedo che Di Maio sta acquistando il tocco renziano - ironizza Salvini - il suo Ci penso io è come lo stai sereno di Renzi. Io sto girando l'Umbria in lungo e in largo e mi hanno raccontato che ai lavoratori della Treofran ha fatto le stesse promesse rivolte a suo tempo a quelli della Whirlpool di Napoli, col risultato di abbandonarli tutti al loro destino».

Risate e applausi si mischiano nella saletta strapiena, fra le bandiere di Forza Italia.

Berlusconi parla per ultimo ma è l'unico a disegnare possibili strategie: «Avevo deciso di fare opposizione responsabile in Parlamento, ma quando ho saputo che questa maggioranza introdurrà il carcere per l'evasione sopra i 50mila euro ho capito che dovevo scendere in piazza. Per questo sabato ci sarò anch'io a Roma». Di più: «Alla mia veneranda età ho stabilito di andare in Europa per mettere insieme le Merkel, gli Orban e i Salvini e battere cosi le sinistre».

Salvini sorride, leggermente imbarazzato. Il Cavaliere ha una chiusa quasi risorgimentale, ma anche generosa in un parterre avaro di slanci: «Viva la Lega, viva Fratelli d'Italia, viva Forza Italia, viva il centrodestra e, se permettete, viva anche questo vecchietto che ce la mette tutta».

C'è tempo solo per una battuta. Andrea Fora, numero uno della lista del candidato sostenuto da Pd e 5 Stelle Bianconi, dice testualmente: «Chi sta con Salvini non può dirsi cristiano». «Una preghiera per lui», replica rapidissimo il leader della Lega che poi si alza e se ne va. Come la Meloni e il Cavaliere, che oggi farà una passeggiata per Perugia con il sindaco Andrea Romizi.

Prima di correre a Roma ai funerali di Paolo Bonaiuti.

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