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Altra batosta per Woodcock: querela, perde e deve pagare

Il giudice si era sentito diffamato e voleva 260mila euro dalla giornalista Chirico. Invece rifonderà le spese legali

Altra batosta per Woodcock: querela, perde e deve pagare

V oleva un risarcimento monstre di 260mila euro, per i presunti danni materiali e morali subiti. Ma non avrà un centesimo. Anzi, dovrà sborsare lui, Henry John Woodcock, pm della procura di Napoli oltre 12mila euro di spese processuali e legali, visto che ha perso la causa civile da lui stesso intentata contro la giornalista, saggista e presidente dell'associazione «Fino a prova contraria» Annalisa Chirico.

Non è decisamente un periodo fortunato per il pm partenopeo nella bufera in questi giorni per il caso Consip, che lo vede indagato per rivelazione del segreto d'ufficio e che lo vedrà nelle vesti di indagato di fronte ai pm di Roma il prossimo 7 luglio, per l'interrogatorio. La sentenza del giudice monocratico capitolino, prima sezione civile del tribunale, pronunciata lo scorso 20 giugno, è tranchant. E boccia lui, il pm celebre ora nei guai: non ci fu alcun intento diffamatorio da parte di Annalisa Chirico, né nel riportare su Panorama, nel 2012, le parole contro di lui del politologo americano Edward Luttwak, né nel citare, nel suo libro «Condannati preventivi», il caso P4. Di qui il verdetto: domanda rigettata e condanna per Woodcock a pagare le spese legali dei tre querelati - la stessa Chirico, Mondadori e l'editore Rubettino - pari 4.254 euro più Iva.

Soddisfatta la Chirico, difesa dall'avvocato Michele Clemente: «Sono molto felice - confessa al Giornale - che questa causa si sia conclusa. Io mi sono limitata a esercitare il diritto di critica. Perché è possibile farlo coi politici e se invece si tocca un magistrato si va incontro a queste incresciose disavventure, fonte anche di preoccupazione di impiego di tempo e risorse?». Già, perché. La Chirico è una «veterana» delle denunce targate Woodcock: «Questa non è la prima, sono quattro o cinque - ricorda lei - in questi anni a un certo punto ho avuto l'impressione di essere diventata un'ossessione per lui...».

La doppia contestazione alla Chirico riguardava un'intervista, scritta per Panorama, al politologo Luttwak e poche pagine del libro «Condannati preventivi». Luttwak, sentito dalla Chirico sulle indagini sul processo sulla trattativa Stato-mafia, parlava di intercettazioni e citava il caso dell'onorevole Alfonso Papa, espulso dal Parlamento, messo in cella e poi scarcerato. Quanto al libro, sono ancora le pagine su Papa quelle che Woodcock ha contestato. Il pm ha lamentato non solo i danni materiali, ma anche quelli morali e nell'esercizio della professione che la presunta diffamazione gli avrebbe provocato. Ma tanto per Panorama quanto per il libro della Chirico è arrivato il pollice verso. In entrambi i casi il giudice Cecilia Pratesi non ha ravvisato alcun dolo né intento denigratorio da parte della giornalista.

La Chirico ha affidato il suo commento anche ad una nota: «Il dottor Woodcock attraversa un momento difficile, non sarò io a infierire. La sentenza conferma la mia assoluta professionalità. Non ho mai diffamato il magistrato che in questi anni mi ha reso bersaglio di molteplici azioni giudiziarie.

Penso che con me gioiranno le persone maltrattate, arrestate e vilipese da una giustizia ingiusta».

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