Politica

Altro che convivenza pacifica «Nuovi attentati in Europa»

Il premier francese Valls lancia l'allarme «iperterrorismo» E tiene alta la tensione: «Isis colpirà ancora, è una certezza»

Nonostante le continue e rassicuranti parole del nostro governo sull'emergenza terrorismo, in Europa e Oltreceano le dichiarazioni sono di tutt'altro tenore. Sarà perché i silenzi e le omissioni alla fine non pagano o sarà perché le minacce alla nostra sicurezza hanno raggiunto un livello palpabile, sta di fatto che non ci sia giorno in cui un leader occidentale non lanci un allarme attentati. L'ultimo è stato il premier francese Manuel Valls, il quale, parlando ieri a una tavola rotonda alla conferenza sulla sicurezza a Monaco, ha affermato che «è una certezza che ci saranno altri attentati» in Europa. Il mondo, ha spiegato Valls, è entrato in un'epoca di «iperterrorismo». «Dobbiamo questa verità ai nostri popoli: ci saranno altri attacchi, degli attacchi su larga scala, è una certezza - ha detto il premier francese -. Questo iperterrorismo è lì per durare, anche se dobbiamo combatterlo con la più grande determinazione. Siamo entrati, e tutti lo sentiamo bene, in una nuova epoca caratterizzata dalla presenza duratura dell'iperterrorismo».Le affermazioni di Valls seguono di pochi giorni l'allarme lanciato dall'Europol, l'agenzia europea che si occupa di lotta alla criminalità, la quale annunciava attentati «su larga scala» nel Vecchio Continente da parte dello Stato Islamico. «Ci sono tutte le ragioni per aspettarsi che l'Isis, o terroristi che si ispirano all'Isis o un altro gruppo terroristico ispirato da motivi religiosi, possa condurre di nuovo un attacco in Europa, compresi attentati nello stile Mumbai, in particolare in Francia, con lo scopo di provocare morti di massa tra la popolazione civile», riportava il rapporto di Europol pubblicato il 25 gennaio. «Sappiamo che hanno una forte capacità di mettere a segno attentati su larga scala», aveva detto il direttore dell'agenzia Rob Wainwright. Naturalmente il nostro ministro dell'Interno Angelino Alfano in quell'occasione aveva subito ribadito che in Italia continua a esserci la massima attenzione anche se non è stata rilevata «nessuna minaccia specifica». Quale debba essere la minaccia specifica non è dato sapere, ma presupponiamo che i terroristi islamici prima di colpirci dovrebbero darci un colpo di telefono. Secondo Europol, gli attacchi saranno soprattutto diretti a obiettivi soft. Sia gli attentati di novembre a Parigi sia la bomba sull'aereo russo in ottobre suggeriscono infatti un cambiamento della strategia dell'Isis, diventata ormai globale. L'Europa - secondo Europol - si trova «di fronte alla minaccia terroristica più significativa degli ultimi dieci anni e oltre. Gli attacchi di Parigi del 13 novembre indicano un passaggio verso una chiara dimensione internazionale del sedicente Stato islamico. Questo, assieme al crescente numero di combattenti stranieri rappresenta una nuova sfida per gli Stati europei. Nella scelta degli obiettivi, i comandanti locali dell'Isis godono della libertà tattica di adattare i piani alle circostanze locali, rendendone difficile la prevenzione». Inoltre, secondo l'Europol, una «quota significativa» dei foreign fighters che si arruola nello Stato islamico in Siria e Iraq «ha avuto una diagnosi di problemi mentali prima di raggiungere l'Isis». Ma non basta. Se a tutto questo poi si aggiunge che tra gli immigrati provenienti dalla Siria si nascondono terroristi dello Stato Islamico, come ha affermato James Clapper, capo delle 16 agenzia di intelligence statunitensi, allora non siamo per nulla tranquilli. L'Europa messo il freno a mano sull'immigrazione, l'Italia ancora no. Evidentemente c'è chi è ancora sordo o non vuol sentire.

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