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Altro che piano per il Sud: cancellati gli aiuti alle imprese

Le promesse di Renzi sono un bluff: le agevolazioni per le piccole aziende sono state soppresse per "esaurimento risorse". E chi ha fatto domanda dovrà pagare di nuovo

Matteo Renzi incontra alcuni rappresentanti della comunità italiana in Giappone
Matteo Renzi incontra alcuni rappresentanti della comunità italiana in Giappone

L e bufale del premier: annuncia il piano per il Sud e intanto cancella il fondo per i piccoli imprenditori meridionali.

Non è questione di punti di vista. Che le promesse di Matteo Renzi siano scritte sull'acqua lo certifica la Gazzetta Ufficiale , testata impermeabile ai giochi di parole come alle smentite. «Alla ripresa dell'attività parlamentare – aveva detto il 7 agosto il presidente del consiglio alla direzione nazionale del Pd - usciremo con un masterplan per il Sud, con una serie di proposte concrete». Giorni di prime pagine e interviste per tratteggiare quello che (forse) sarà, sorvolando su quello che invece crudamente è: nessun provvedimento normativo utile, niente soldi freschi e, al contrario, tagli agli stanziamenti sin qui disponibili. A partire dai contributi gestiti da Invitalia in favore dei giovani imprenditori. «Al 30 giugno scorso», spiega sul suo sito la società braccio operativo del Governo, le iniziative finanziate in una decina d'anni risultavano essere «11.541, per 5,3 miliardi di euro di agevolazioni concesse e 194.114 posti di lavoro creati». Ma dal 9 agosto una delle poche misure di sostegno all'imprenditoria benedetta anche dall'Unione Europea non esiste più. Cancellata, ricorda la Gazzetta Ufficiale, per «esaurimento di risorse finanziarie: la documentazione e le relative domande di agevolazione che non potranno essere soddisfatte saranno restituite a spese degli istanti». I quali, dunque, non solo non avranno un fico secco, ma per rientrare in possesso della documentazione presentata dovranno pagare senza neanche poter ottenere chiarimenti online : causa ferie (le proprie), Invitalia ha sospeso fino al 21 agosto il servizio informazioni. Per cui arrangiarsi è la parola d'ordine, tipicamente meridionale, anche se non tutti ci stanno. Neppure sul fronte renziano: i deputati Pd Iannuzzi e Covello, ad esempio, si sono attivati insieme alla loro collega forzista Bergamini per metterci una pezza. Possibile che una toppa arrivi col masterplan, ma non potrà essere l'unica. «In due-tre anni libereremo la Campania dalle ecoballe», aveva garantito Renzi ai compagni di partito. Tornato a Napoli galvanizzato, Vincenzo De Luca ha fatto due conti. E calcolatrice alla mano ha scoperto che, ammesso che il termovalorizzatore di Giugliano venga realizzato nel tempo record (italicamente miracolistico) di un anno, potendo bruciare 400.000 tonnellate annue di pattume, perché divori i 5 milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti che inondano la Terra dei Fuochi di anni ne serviranno almeno 13.

Pure per questo sono sempre in meno a credere agli annunci marca giglio fiorentino. Dalle cronache di ieri: «Restano in ombra, nella discussione interna al Pd, gli strumenti che possono far funzionare meglio l'intervento pubblico», spiegava dalle colonne del Corriere l'ex ministro Carlo Trigilia. «Mi auguro che a settembre si passi ai fatti», dettava alle agenzie il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. «Per l'effettivo rilancio del Sud serve un coordinamento politico», faceva sapere il democratico Francesco Boccia. «È richiesto un impegno serio e concreto da parte del Governo, non la ridda di dichiarazioni e smentite a cui stiamo assistendo», incalzava il parlamentare azzurro Roberto Occhiuto dalla Calabria, la terra in cui il ballismo renziano s'è probabilmente mostrato nella sua (letteralmente) incredibile essenza. «L'alta velocità non può fermarsi a Eboli. Arriverà a Reggio Calabria», aveva garantito il rottamatore fiorentino che era di venerdì. Il suo ministro alle infrastrutture, Graziano Delrio, lo ha smentito di domenica, su Repubblica : «Se fare 4 binari costa 5 miliardi per 20 chilometri, forse è meglio metterne 2 di binari ed essere un po' meno veloci, a 200-225 km/h anziché 300. Risparmiando il 70% e con effetti ottimi». Uno su tutti, in particolare: dimostrare che, come per la Tav su rotaia meridionale, il premier una cosa dica e un'altra ne faccia.

Balle di stagione.

La novità, adesso, è che le programma col masterplan.

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