Politica

Altro schiaffo a Macron Rubati nei municipi i ritratti del presidente

Blitz di ambientalisti e gilet gialli negli uffici pubblici. In tutto il Paese i casi sono già 25

Francesco De Remigis

Ambientalisti e gilet gialli irrompono nei municipi francesi rubando il ritratto del presidente. Si tratta dell'ennesima protesta, stavolta nonviolenta, che vede nel mirino Emmanuel Macron. La crisi sociale in atto da quattro mesi si salda ai militanti più intransigenti della marcia sulla Cop21. Così, nel giro di un mese, già una dozzina di indagini sono state aperte in tutto il Paese per «sparizioni» dall'alto valore simbolico. La catena di furti si sta via via ampliando e l'effetto preoccupa le autorità, che annunciano a Le Parisien: «Arriveranno altri arresti, non possiamo permettere che questo tipo di azione si diffonda ancora».

Sembrava un gioco a cui dar poco peso. Finché polizia e gendarmeria non sono state mobilitate per interrompere la serie di sparizioni senza precedenti, collegate all'accusa di inazione presidenziale rimbalzata sui social. Decine di sconosciuti, spesso con indosso un gilet giallo, continuano infatti a introdursi senza clamore nelle sale dei municipi dedicate ai matrimoni o in quelle del consiglio comunale. Perfino nell'ufficio del sindaco. A Parigi, ma anche in tutta la regione e in piccole città francesi. Per Le Parisien, uno degli ultimi atti coordinati risale al 19 marzo: due «rapine» a poche ore di distanza nei municipi di Saint-Jean-Pied-de-Port e Mauléon-Licharre (Pirenei Atlantici), a distanza di 40 chilometri.

Hanno agito a volto scoperto, ma gli autori di queste sottrazioni non sono stati tutti immediatamente fermati: qualche sorriso e un po' di mestiere è stato sufficiente per non essere scoperti. Le azioni, poi trasmesse sui social network, provengono ormai dai quattro angoli della Francia. Dal 21 febbraio hanno una sorta di «cervello», i membri della sigla ambientalista «NVA COP21» (Azione nonviolenta COP21), in riferimento alla Conferenza sul cambiamento climatico promossa a Parigi nel 2015. «Identificati anche due gruppi minori, Bizimugi e Alternatiba, organizzazioni satellite della ANV COP21».

I fatti accertati superano i 25 in tutto il Paese. Nella sola Parigi, i municipi del primo, terzo, quarto, quinto e XV arrondissement hanno perso l'effige presidenziale. «Portar via i ritratti del presidente Macron in risposta alla sua inazione politica», dicono gli attivisti, per i suoi continui rimandi sul movimento dei gilet gialli, che attende risposte come l'urgenza climatica. Gli autori annunciano di esser pronti a rubarne altri in tutta la Francia finché il governo non farà fronte all'emergenza. Il grande dibattito nazionale promosso da Macron è terminato. Ma le conclusioni dell'Eliseo arriveranno solo a metà aprile, dopo un'ulteriore discussione in Assemblea nazionale. Cioè ancora parole. Attivisti «NVA COP21» hanno agito anche a Biarritz (Pirenei Atlantici) e Lione (Rodano), sventolando bandiere: «Giustizia sociale, Clima, dov'è Macron? Facciamolo uscire!», per poi darsi alla macchia. Alcuni sospetti sono in custodia nei locali della Sicurezza territoriale (ST) di Parigi. Tutti tacciono sui luoghi dei tanti Macron rubati.

Un Macron di nuovo nella bufera mediatica anche per la morale riservata alla 73enne ferita sabato negli scontri di Nizza dopo le cariche della polizia. «Quando siamo fragili, non andiamo in luoghi vietati», aveva detto presidente. «I nostri anziani hanno il diritto di esprimere le loro convinzioni politiche», ribatte l'avvocato dell'anziana attivista in gilet giallo. Il capo dello Stato ha poi auspicato «pronta guarigione e forse una forma di saggezza» per Geneviève Legay. Parole che hanno lasciato il segno.

Il legale lo definisce «maleducato e senza scrupoli» annunciando di aver sporto denuncia contro forza pubblica e prefetto che dovranno forse rispondere di violenze.

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