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Ammazzato a bastonate per un pugno di euro

Blitz di due banditi nell'abitazione: l'anziano proprietario a letto con la moglie reagisce e muore. Forse uno dei banditi era di casa

«Arancia meccanica» a Biancavilla, nel Catanese, dove un 67enne è stato massacrato per pochi spiccioli. Alfio Longo, elettricista in pensione, dormiva serenamente con la moglie, Enza Ingrassia, nella stanza da letto di quella villetta immersa nella campagna etnea che avevano pensato come un nido in cui trascorrere gli anni sereni della pensione, circondati da vigneti, e dove potere accudire i randagi che tanto amavano. Un sogno infranto da due assassini. Forse due balordi, che volevano arraffare quel poco che i proprietari avevano con sé.

È di circa 450 euro il magro bottino di una rapina finita in tragedia. I rapinatori si sono introdotti in quella villetta di contrada Crocifisso, in zona «Vigne», dalla porta sul retro, senza fare rumore. Nemmeno i cani, due in giardino e uno in casa, avrebbero abbaiato. Forse perché almeno uno dei rapinatori conosceva la famiglia tanto da potersi introdurre in casa senza problemi. Ma al momento resta solo un'ipotesi, avallata dalle parole che Longo, legato al letto - secondo il racconto che moglie, rimasta fortunatamente incolume, ha fatto ai carabinieri di quegli attimi terrificanti - ha rivolto a uno dei malviventi: «A te t'ho riconosciuto. Appena mi libero ti prendo. Andate via». Ma non si esclude ancora che possa essersi trattato solo di un tentativo di far desistere i rapinatori. Sono stati violenti sin da subito, sin da quando i coniugi, colti nel sonno intorno alle 2, sono stati divisi. I banditi hanno intimato alla donna di legare al letto il marito. Poi l'hanno portata in un'altra stanza, dove l'hanno legata al divano. Da lì ha ascoltato, impotente, la brutalità con cui si accanivano sul marito. E quando Longo ha detto al rapinatore di sapere chi fosse, forse i due banditi si sono sentiti perduti. Malgrado il volto travisato e i guanti che indossavano, forse quell'uomo sapeva davvero. E a quel punto hanno perso la testa. Uno di loro ha impugnato un ceppo e si è avventato contro il 67enne colpendolo alla testa con una violenza inverosimile tanto da sfondargli il cranio. Poi i malviventi se la sono filata con le poche centinaia di euro che la coppia aveva in casa e due anelli, tra cui la fede di Longo, ma non hanno preso quella della moglie. Particolare, al vaglio dei militari dell'Arma del reparto operativo di Catania e della Compagnia di Paternò, che stanno indagando sull'efferato omicidio. È stata una scena orribile quella che si è presentata agli occhi della Ingrassia quando è riuscita a liberarsi. Suo marito giaceva in una pozza di sangue sul letto. Appena è riuscita a riprendersi ha urlato per chiamare in soccorso i vicini.

«È stato terribile – dice Giuseppe Amato, un vicino -. Siamo entrati in casa e abbiamo visto il corpo sul letto. Immediatamente abbiamo chiamato il 112, mentre la signora piangeva e parlava di una rapina. Visto quanto era accaduto non abbiamo toccato nulla in casa».

Sul posto sono arrivati anche i Ris di Messina che, con la sezione investigazioni scientifiche di Catania, hanno effettuato i rilievi, mentre la procura di Catania ha aperto un'inchiesta.

Ed è caccia ai killer che, secondo quanto riferito dalla donna, pare avessero un accento locale.

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