Politica

Amore criminale, altre due donne uccise

Rosaria accoltellata dal compagno. Vania morta per le ustioni. Grasso: «Schifosi»

Marco Gemelli

Arse vive o accoltellate, sono oltre 60 dall'inizio dell'anno le donne che continuano a morire per mano di mariti gelosi o ex amanti non rassegnatisi alla fine di una storia. Le ultime due vittime di questa macabra contabilità risalgono a ieri: la 46enne lucchese Vania Vannucchi, data alle fiamme da un collega con cui in passato aveva avuto una relazione, dall'altro la 59enne Rosaria Lentini, assassinata con 12 coltellate dal compagno a Santa Maria Capua Vetere, nel casertano. Storie molto diverse per il contesto e le motivazioni, ma dal finale identico. Che fanno parlare il presidente del Senato Pietro Grasso di «squallidi criminali e schifosi assassini».

La lotta per la sopravvivenza della barelliera lucchese bruciata viva martedì dall'ex amante è finita tragicamente all'alba di ieri, quando nel reparto grandi ustionati dell'ospedale Cisanello di Pisa la donna si è arresa al dolore e alle ferite, che col passare del tempo avevano ricoperto il 90% del suo corpo. Il presunto aggressore Pasquale Russo, 50 anni, sposato con figli - era stato rintracciato dalla polizia subito dopo l'episodio grazie a un'indicazione della vittima, che prima di perdere conoscenza aveva gridato il nome del suo aguzzino: dopo essere stato interrogato per ore, non ha saputo fornire alibi sufficienti né per giustificare un'ustione al braccio destro né per spiegare come mai Vania avesse pronunciato il suo nome con le ultime energie. Dopo aver negato per ore davanti agli inquirenti, nella serata di martedì Russo è stato arrestato: per lui l'accusa è di omicidio volontario. A quanto risulta l'uomo era in cura psichiatrica da tempo, e aveva preso a tormentare la vittima dopo la fine della loro relazione: Vania non l'aveva mai denunciato, nonostante le insistenze degli amici a cui aveva confidato la minacce e le percosse che continuava a subire. Un'immagine da stalker che mal si concilia col ritratto da padre di famiglia che Russo ha cercato di difendere fino all'ultimo, fino alle prime ammissioni: «Sì, ho incontrato Vania nel pomeriggio avrebbe detto ma non volevo ucciderla».

Nelle stesse ore in cui l'alibi di Russo cedeva sotto le domande degli investigatori, cinquecento chilometri più a sud un altro «orco» compiva un altro femminicidio: a Santa Maria Capua Vetere, nel casertano, il 55enne Nicola Piscitelli ha ucciso la sua compagna con 12 coltellate alla schiena, prima di consegnarsi ai carabinieri con in mano ancora il coltello insanguinato. È stato lui a presentarsi in caserma alle 6,30 di ieri raccontando agli uomini dell'Arma di aver perso il controllo durante una lite, poche ore prima, e di aver ammazzato Rosaria Lentini, 59 anni, di origini catanesi. I militari hanno trovato il corpo della donna in un sacco a pelo nella Cava Tifatina, nel Comune di San Prisco, proprio nel luogo indicato dall'omicida: la donna era supina, riversa sul terreno, all'interno di uno dei sacchi a pelo che da tempo fungevano da letto per entrambi. I due erano infatti ufficialmente senza fissa dimora, vivevano in un camper e si spostavano abitualmente. Negli ultimi giorni si erano accampati proprio vicino alla cava, in un luogo isolato. Qui, l'ultimo diverbio è sfociato in tragedia: in evidente stato di agitazione Piscitelli ha confessato ai militari il raptus, l'omicidio e il tentativo di occultare il cadavere.

L'uomo è stato trattenuto in stato di fermo, che si è tramutato in arresto dopo i primi rilievi sul corpo della donna: i segni delle 12 coltellate sulla schiena non hanno lasciato dubbi sulle reali intenzioni del suo assassino.

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