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Anac, ipotesi Davigo al posto di Cantone Ma lui ancora non molla: "Resto fino al 2020"

Lo sceriffo anti-corruzione, critico sulla legge appalti, vuole tornare in toga

Anac, ipotesi Davigo al posto di Cantone  Ma lui ancora non molla: "Resto fino al 2020"

Roma Raffaele Cantone ha detto di se stesso che non è «un uomo per tutte le stagioni» ma per il momento smentisce di volersi dimettere. Tra il presidente dell'Anac (l'Authority anticorruzione) e il governo gialloverde non è mai scattato il colpo di fulmine. E d'altronde era davvero difficile che scattasse visto che Cantone fu nominato da Matteo Renzi che praticamente per i Cinquestelle è l'Anticristo. Un rapporto difficile fin dall'insediamento del governo Lega-M5s, mai nascosto dallo stesso Cantone che ha detto di sentirsi «sopportato» da questo governo piuttosto che sostenuto. Nominato quasi cinque anni fa, Cantone assicura che andrà via solo alla naturale scadenza del mandato come prevede la legge, ovvero nell'aprile del 2020.

Ma allora perché ha fatto domanda al Consiglio superiore della magistratura per andare a guidare le Procure della Repubblica di Perugia, Torre Annunziata e Frosinone? Cantone ieri ha chiarito che «dopo una lunga valutazione di carattere squisitamente personale», considerato il fatto che le domande dovevano essere presentate a Palazzo dei Marescialli entro la fine di gennaio, sapendo che i tempi del Csm non sono brevi e che il suo attuale incarico comunque prevede una scadenza, ha deciso di fare la domanda pur restando inteso che non ha «alcuna intenzione» di dimettersi dall'attuale incarico. Insomma un modo per esprimere il suo malessere, pur non lasciando l'incarico. Cantone fa anche sapere di aver chiesto immediatamente appuntamento al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai ministri dell'Interno e della Giustizia, Matteo Salvini e Alfonso Bonafede, ai quali esporrà nei prossimi giorni le sue motivazioni. Che i rapporti di Cantone col governo fossero incrinati è stato chiaro fin da quando, poco dopo essersi insediato, il premier Conte rivelò il suo rammarico per aver «investito troppo sull'Anac» senza aver raggiunto i risultati sperati. Sempre molto critico nei confronti dell'Anac e della sua utilità anche un magistrato molto vicino ai Cinquestelle, Pier Camillo Davigo in grande sintonia invece con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede con il quale condivide ad esempio la stessa visione della prescrizione. E potrebbe essere proprio Davigo a sostituire Cantone anche nell'ottica di un'Anac riformata e di un nuovo Codice degli Appalti.

In difesa di Cantone e dell'esistenza stessa dell'Anac scende in campo il procuratore della Repubblica di Milano, Francesco Greco. «L'Anac va difesa, magari migliorata. Ma non cominciamo a fare discorsi strani che sono l'anticamera di una caduta di legalità, e rischiano di mettere in crisi un organismo sano, che tra l'altro ci viene richiesto a livello internazionale», taglia corto Greco. Ovviamente il Pd si schiera a favore di Cantone. «Per il governo dei condoni il problema è l'anticorruzione» dice Maurizio Martina.

Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, difende Cantone.

Il fatto che stia verificando se è possibile tornare in magistratura rivela «che dietro deve esserci una forma di malessere».

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