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Anche Paolo Berlusconi rassicura Forza Italia: "La famiglia è presente"

Nei giorni scorsi l'intervento del fratello del Cav a una cena di militanti: "Sempre vicini"

Anche Paolo Berlusconi rassicura Forza Italia: "La famiglia è presente"

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Il messaggio è arrivato forte e chiaro davanti a una platea di oltre 500 simpatizzanti e amministratori locali azzurri della provincia di Milano: «La nostra famiglia - assicura Paolo Berlusconi - sarà sempre vicina a questa splendida avventura chiamata Forza Italia, lo dobbiamo a Silvio». Dalla scomparsa del fratello è trascorso più di un mese «ma ovviamente non è passato quel senso di vuoto che sentiamo tutti, quel grande dolore che prova ciascuno di noi» aggiunge Paolo Berlusconi, che nei giorni scorsi è intervenuto da remoto a una cena organizzata nel milanese dall'assessore al Territorio della Regione Lombardia Gianluca Comazzi e a cui hanno preso parte diversi esponenti azzurri oltre al governatore Attilio Fontana.

«Silvio ha segnato la mia vita e la vostra storia, e in modo indelebile anche quella del nostro Paese - prosegue il fratello del Cavaliere - e non parlo solo del Silvio imprenditore che ha inventato la televisione commerciale, che ha innovato il modo di fare urbanistica e che ha preso il Milan portandolo in cima al mondo». La cosa che secondo Paolo non va mai dimenticata, e che tanto rendeva orgoglioso il fondatore di Forza Italia, è la sua discesa in campo «con cui nel 1994 ha salvato l'Italia dal comunismo. Soprattutto per questo è nella storia del nostro Paese. Se non ci fosse stato Silvio, l'Italia sarebbe ancora dominata dalla sinistra e vivremmo tutti in un Paese meno libero e quindi meno democratico».

Motivo per cui adesso «abbiamo il dovere di asciugare le lacrime come lui vorrebbe» e di «indossare quel sorriso che lui ci ha sempre regalato». Anche perché «quando penso a Silvio - rivela il fratello - mi dico di non essere triste: sono stato molto fortunato a viverlo sin dal primo istante. Nessuno ha avuto la mia medesima fortuna». E lo stesso dovrebbe valere per chi «ha avuto l'occasione di conoscerlo, ascoltarlo e di lottare insieme a lui». Fino agli ultimi istanti il Cavaliere non ha mai smesso di pensare a Forza Italia, la sua creatura, lavorando instancabilmente per il rilancio del partito anche dal San Raffaele. Una fonte d'energia inesauribile, una fiamma che non può spegnersi: «Voleva nominare venti coordinatori regionali, poi i cento coordinatori provinciali che a loro volta dovevano individuare quelli cittadini per gli 8mila Comuni italiani», racconta Paolo che concede ai presenti anche qualche aneddoto: «Diceva che tra gli amici di Forza Italia bisognava trovare chi ha un negozio sfitto da usare come sede locale del partito». Ma non solo: «Ci spingeva addirittura a scrivere il questionario che si doveva usare porta a porta per convincere la gente ad andare a votare e a scegliere Forza Italia. È così, ve lo giuro, è stato così fino all'ultimo». Al punto «che ero anche un po' geloso - ricorda - non si dava alla famiglia ma si dava a Forza Italia». Con una consapevolezza, che rappresenta anche uno stimolo per il nuovo corso che sarà guidato dal ministro Antonio Tajani: «Era convinto di riuscire a portare il partito a superare la doppia cifra alle elezioni europee, per consolidarsi e per consolidare la formazione di governo». Facendolo all'interno di un quadro di ideali che lui stesso ha creato, quel centrodestra unito in cui credeva più di ogni altra cosa: «Valori comuni che ci contraddistinguono e che in Lombardia danno forza alla coalizione di governo da più di trent'anni - assicura anche il leghista Fontana - Valori che continueremo a difendere e per i quali siamo disposti a fare qualunque sacrificio».

Adesso, «tocca a noi, e a tutti voi - conclude Paolo Berlusconi rivolgendosi agli azzurri - proseguire la missione nel suo nome e nella sua visione. Io cercherò di non deluderlo». Con una certezza: «Silvio, di questo ne sono sicuro, non passerà.

È e rimarrà sempre nella storia».

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