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Anche "svapare" uccide Ecco il primo morto da sigaretta elettronica

Il decesso in Illinois. E in tutti gli Stati Uniti si diffonde una patologia da uso dell'e-cig

Anche "svapare" uccide Ecco il primo morto da sigaretta elettronica

Una vita in fumo. Elettronico, ma poco cambia.

La notizia allarmerà tutti coloro che per smettere di fumare o quanto meno per fumare un po' meno «svapano», ovvero armeggiano attorno a quell'attrezzo che riproduce la gestualità e in parte anche gli aromi del fumo e che tutti chiamano semplicisticamente sigaretta elettronica (o e-cig). E quindi tratteremo il caso con la cautela opportuna. Ma il fatto è che in Illinois, negli Stati Uniti, potrebbe essersi registrato il primo caso di morte da sigaretta elettronica. Il Dipartimento di sanità pubblica americano ha dato notizia di un giovane adulto che faceva uso di sigarette elettroniche ucciso da una grave malattia polmonare.

La correlazione tra l'abitudine di svapare e il decesso è soltanto un'ipotesi, per quanto abbastanza fondata, ma di certo c'è che secondo le autorità sanitarie federali esiste una nuova malattia legata all'utilizzo delle e-cig, che si diffonde soprattutto tra i giovani. Dalla fine di giugno si sarebbero contati 193 potenziali casi di patologie polmonari associate allo svapo in 22 Stati americani. Tutti i pazienti avevano l'abitudine di utilizzare le sigarette elettroniche per inalare nicotina o Thc, il principio psicoattivo della cannabis. In diversi casi naturalmente la malattia polmonare potrebbe essersi stata scoperta di recente ma essersi sviluppata precedentemente all'uso dell'e-cig, anche perché si tratta per lo più di ex fumatori.

Ma le descrizioni fatte dai medici sono decisamente impressionanti. In alcuni casi i pazienti hanno dovuto fare ricorso a respiratori artificiali, in uno in particolare un ragazzino è arrivato in ospedale in pieno collasso respiratorio «e abbiamo dovuto tenerlo in vita con il sostegno dei macchinari», ha detto Jacob Kaslow, pediatra pneumologo al Monroe Carell Jr. Children's Hospital di Vanderbilt a Nashville. La diagnosi tempestiva della «sindrome dello svapo» è resa peraltro complicata dal fatto che i primi sintomi sono confondibili con quelli della polmonite. Naturalmente esiste anche la possibilità che ci sia stata una contaminazione tossica o che il mercato americano sia stato invaso da prodotti irregolari e pericolosi.

Bisogna fare attenzione a istruire un processo alla sigaretta elettronica, strumento che fino a oggi le indagini scientifiche avevano prosciolto più che altro per insufficienza di prove. E che il mercato aveva accolto con un certo favore, guardando più agli aspetti positivi - è l'unico metodo alternativo al fumo che si sta dimostrando abbastanza efficace nell'aiutare la persona affetta da dipendenza da nicotina a uscirne - che ai possibili effetti negativi. E anche negli Stati Uniti, tradizionalmente più ipocondriaci di noi, i medici sono divisi. «Tutti devono sapere che le sigarette elettroniche e lo svapo possono essere pericolosi», accusa Ngozi Ezike, direttore del Dipartimento della Salute dell'Illinois. «Il legame delle malattie con lo svapo non è ancora stato dimostrato», avverte Ileana Arias, capo delle malattie infettive del Cdc federale.

La sigaretta elettronica funziona tramite una scarica di corrente elettrica che, con l'utilizzo di resistenze, riscalda un liquido generalmente composto da acqua, glicerolo, glicole propilenico e aromi. Può esserci anche della nicotina, che serve ad attenuare gli effetti dell'astinenza nei dipendenti più accaniti, comunque in quantità inferiore rispetto alla sigaretta e senza molti dei componenti chimici e il catrame.

Il vapore contiene comunque delle particelle sottili destinate a finire nei polmoni e le cui conseguenze sull'organismo sono tuttora oggetto di studio.

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