Politica estera

Appello di Khamenei. E il regime condanna il cantante ribelle

Due ore in più per votare ai 61 milioni di iraniani chiamati alle urne

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Due ore in più per votare ai 61 milioni di iraniani chiamati alle urne. Le ha concesse, motivandole con un'alta affluenza, il ministero dell'Interno di Teheran, per le elezioni parlamentari e dell'Assemblea degli esperti, dove si sarebbe registrato un aumento dei votanti. In realtà potrebbe solo trattarsi di una mossa del regime, dopo che i sondaggi avevano previsto una bassa affluenza, rilevando che più della metà degli intervistati era indifferente alle elezioni. Il voto rappresenta la prima consultazione dalle proteste di massa del 2022 seguite alla morte di Mahsa Amini, a causa del pugno di ferro adottato dal regime iraniano sull'uso del velo e per reprimere duramente ogni manifestazione di dissenso.

La Guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei (84 anni) ha votato a Teheran, mostrandosi davanti a una folla di giornalisti mentre impugnava la scheda elettorale. Proprio per incoraggiare l'affluenza, Khamenei ha esortato i cittadini iraniani a fare lo stesso. «Fate felici gli amici e deludete i malvagi», ha dichiarato. Per oggi sono attesi i primi risultati: circa 15mila candidati sono in lizza per un seggio nel parlamento formato da 290 membri e per l'Assemblea Consultiva Islamica, in carica per quattro anni.

Nel frattempo, il regime non perde tempo e fa sentire il suo potere assoluto sul collo dei civili. Il cantante Shervin Hajipour è stato condannato a tre anni e otto mesi di carcere per «propaganda contro il sistema e incitamento alla rivolta». Shervin fu l'autore della canzone «Baraye» («per», in italiano: una raccolta di voci e messaggi che spiegano i motivi delle proteste), diventata l'inno delle manifestazioni di massa scatenate dalla morte di Mahsa Amini due anni fa.

Ad annunciare la condanna è stato sul suo profilo Instagram lo stesso artista, che ha condiviso la formulazione della sentenza: «L'imputato è stato condannato a tre anni di carcere per aver fatto propaganda contro il sistema e ad altri otto mesi di carcere per incitamento alla rivolta al fine di minacciare la sicurezza del Paese».

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