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"Approdi italiani chiusi ai fuorilegge l'Europa dovrà fare i conti con Roma"

Il sottosegretario: «Pronti ad aiutare l'Africa. Ma insieme a chi?»

"Approdi italiani chiusi ai fuorilegge l'Europa dovrà  fare i conti con Roma"

«L'Italia deve tornare a essere centrale nel sistema economico, politico, geopolitico e strategico mondiale»: è questo l'impegno dell'attuale governo, secondo il sottosegretario alla Difesa, Raffale Volpi.

Migranti, qual è la strada migliore per bloccare i flussi?

«Quella su cui si sta ragionando da un po' di tempo. I porti sono chiusi soltanto alle irregolarità. L'Europa non può lasciarci da soli e la Nato non può continuare a guardare solo a vecchie minacce. Le stesse richieste reiterate della partecipazione finanziaria alla Nato vanno considerate non solo in termini di Pil, ma di impegno su un fronte nuovo».

Grazie ai mezzi di Aeronautica e Marina, come aerei, droni, portaerei o sottomarini, già controlliamo il Mediterraneo. Questa tecnologia è davvero utile?

«Lo è eccome. L'efficacia e l'efficienza delle nostre forze armate insieme a chi svolge anche un lavoro di intelligence sta rappresentando ciò che facciamo nel Mediterraneo».

Si sono programmati interventi in Africa?

«Se ci saranno operazioni della Difesa saranno azioni di controllo e sostegno allo sviluppo. Una domanda che è una provocazione: l'intervento sarà solo italiano o ci saranno altri impegnati con noi?».

I nostri militari saranno impegnati anche lungo i confini a Sud della Libia?

«L'idea è lontana. Bisogna fare una valutazione: ci interessa essere partner di questo continente? Forse ora siamo gli unici a non essere visti come neo colonialisti proprio per il profilo di umanità che abbiamo. Secondo me è una grande opportunità».

L'industria italiana ha perso molto negli anni passati. Come aiutarla?

«Accanto alle imprese più note abbiamo una serie di aziende medio piccole che presentano tecnologie innovative e in alcune siamo primi al mondo. Va messo a sistema. Non possiamo avere competizione tra le nostre industrie, bisogna metterle in condizione di essere collaborative e di arrivare sui mercati con pacchetti completi. E i nostri militari sono i primi ambasciatori della credibilità del Paese».

Missioni internazionali, che ne sarà?

«Con il sottosegretario Angelo Tofalo stiamo lavorando con il ministro che presenterà settimana prossima le linee programmatiche al Parlamento».

Tagli al numero dei militari, farete una rivalutazione?

«Mi preoccupa la formula del taglio lineare per Armi specialistiche come Aeronautica o Marina. La riduzione può starci in un efficientamento del sistema, ma in modo lineare bisogna capire cosa o come si può fare».

F-35, come si sta procedendo?

«Sono una risorsa scelta nella programmazione. Si possono fare valutazioni, ma bisogna essere molto seri e fermi nella contrattazione. Se c'è qualcuno che si disimpegna in un programma qualsiasi dove noi abbiamo la partecipazione dobbiamo chiedere che cosa fanno per darci un concambio.

A differenza del passato vogliamo essere protagonisti nel contesto internazionale».

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