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Armani: «Il mio arancio? È il colore del coraggio»

Per la collezione Privé, due candidate all'Oscar in prima fila: Nicole Kidman e Isabelle Huppert

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Parigi Due candidate all'Oscar nel parterre e un solo colore in passerella. È la magia di Armani che ieri sera ha presentato a Parigi una collezione Privè interamente giocata sui toni dell'arancio davanti a Nicole Kidman e Isabelle Huppert fresche di nomination all'Oscar rispettivamente come attrice non protagonista di Lion: la strada verso casa e come protagonista unica e grandiosa dello struggente Elle di Paul Verhoeven. Le due star si sono dette ovviamente felici dell'importante riconoscimento professionale prima di prestare tutta la loro attenzione a questa insolita alta moda che prende le distanze dal languore dei tramonti per tuffarsi nelle vitaminiche sfumature degli agrumi. «L'arancio è il colore del coraggio, su una donna che sta un attimo indietro può dare forza e vigore» spiega infatti Re Giorgio nel backstage mostrando gli innumerevoli dettagli di pura ricercatezza nascosti in ognuna delle 48 uscite. Il più sensazionale è un plissé in diagonale che si può fare solo a mano e non ha nulla a che vedere con le storiche piegoline di Fortuny e tantomeno con quelle ottenute a caldo sul poliestere da Miyake. Con questo prezioso materiale lo stilista-imprenditore costruisce due abiti di rara bellezza: tagliati a colonna, con una sola spalla e un ricamo di minuscoli cristalli nel colore dell'arancia caramellata. Lo stesso tipo di lavorazione portata all'ennesima potenza produce una tunica dritta interamente ricamata sotto a una magistrale velatura nella stessa tinta di un tono appena più pallido. L'effetto è mandarino cristallizzato nello zucchero. Lo show comincia con una serie di giacche belle come non mai e rielaborate tanto nei cromatismi quanto nei decori per non parlare dei tagli. L'arancio diventa quindi una specie di punteggiatura nel sublime modello a canottiglie oppure è come la pennellata di un pittore impressionista nelle prime uscite in broccato ricamato. Compare invece in tutto il suo splendore nel piccolo spencer di coccodrillo con alamari nelle stesse micropaillette nere che ricoprono i pantaloni. Sensazionale la variante a budellini di seta cuciti tra loro da punti invisibili, ma il capo che veramente toglie il fiato è una specie di abito a fazzoletto accostato al corpo da un sontuoso davantino ricamato. Molto belle anche se difficili da portare per via del pesantissimo ricamo le due gonne da ballo del finale che prevede un altro piccolo capolavoro nell'uso del plissé per una lunga sottana dritta sotto al panier. Insomma un Privè da manuale che di sicuro rivedremo alla notte degli Oscar perché le sole donne che si possono concedere queste meraviglie sono le dive e qualche miliardaria superstite. «L'alta moda non serve tanto al commercio quanto alla cultura e alla capacità di conservare dei valori» sostiene Bebe Moratti anima creativa del brand Redemption fondato con Daniele Sirtori e Vanni Laghi. «In un momento di precollezioni e fast fashion, abbiamo deciso di essere come una piccola band che suona per conto suo» conclude dopo aver presentato una collezione di 20 pezzi (quelli da gran sera su misura) che fanno da teaser o palestra di prova del prossimo prét-à- porter. In buona sostanza tra 40 giorni o giù di lì vedremo un'altra versione dello stile Aristopunk di Redemption con la stessa eccelsa qualità che passa dal chiodo in pelle alla marsina di Barry Lyndon, dal corsetto con le ali di cristallo nascoste da un volant alla gonna in duchesse viola tagliata e cucita comme il faut.

Rami Kadi, talentuoso couturier libanese fa un eccellente lavoro tra l'inclito e il pop.

Il punto di partenza è il leone alato di Venezia, l'arrivo è l'Oriente ma tutto è leggero nonostante la ricchezza delle decorazioni in cera e alluminio oppure strass e ricami di raffia prima immersi nella vernice bianca e poi grattati effetto vintage.

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