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Arriva l'Fbi per la tratta delle nigeriane

Base dei clan a Castel Volturno, indagini su prostituzione e traffico d'organi

Arriva l'Fbi per la tratta delle nigeriane

Da New York a Castel Volturno, nel casertano, e viceversa. Passando per il Canada. Seguendo le movimentazioni di denaro, Western Union e money transfer, e le attività illecite nel deep web, Fbi, Sco e Dda di Napoli, con le squadre mobili di Caserta, Palermo e Torino si sono messi sulle tracce del traffico di donne e di organi gestito dalla mafia nigeriana in tre continenti, attraverso i principali gruppi del crimine organizzato africano. Un pool internazionale di magistrati, secondo quanto rivelato dal Mattino, da mesi sta mettendo insieme elementi e informazioni di una maxi inchiesta sulla criminalità nera che in Italia fa base a Castel Volturno, dove la comunità nigeriana è la più numerosa del nostro Paese, e dove si concentra il 50% di quella presente in tutta la Campania. Le piste degli inquirenti americani e italiani si sono incrociate seguendo soldi, proventi di droga, prostituzione e di un presunto traffico di organi, che sono arrivati a insospettabili nigeriani a Castel Volturno da boss stanziati negli Stati Uniti, da Atlanta a New York fino a Chicago. Gli agenti dell'Fbi sarebbero stati in Italia la scorsa estate e in autunno la polizia tricolore sarebbe volata negli Usa per uno scambio di informazioni.

Le somme intercettate dagli inquirenti servivano soprattutto per gestire il traffico delle donne dalla Costa D'Avorio, dal Niger e da altri Paesi attraverso la Libia fino all'approdo in Italia. Dove le ragazze, moltissime poco più che bambine, diventano merce da prostituzione. Le donne vengono reclutate con l'inganno o con la violenza nei loro Paesi, arrivano qui sui barconi, sono accolte nei centri come tutti i migranti soccorsi in mare ma poi sottratte alla rete di assistenza e vengono messe sulla strada, costrette a vendere il proprio corpo attraverso ricatti e riti voodoo. Smistate in tutta Italia, le donne sono sottoposte a costrizioni e abusi di ogni genere, rese schiave finché non ripagano il loro debito - per saldare cifre che arrivano fino a 15mila euro per cui ci vogliono anni - e riescono a fuggire. La schiavitù inizia in Africa con la partenza e finisce nelle «Connection house» abusive, bordelli allestiti nei palazzi abbandonati lungo la costiera casertana. Droga e sesso, i cui soldi arrivano e partono attraverso le ramificazioni mondiali del potente clan nigeriano. Non solo. Le indagini sfiorano anche il grande buco nero del traffico di organi, che si nutre di rapimenti e violenze nei villaggi africani.

A livello globale, secondo alcune stime, il 10 per cento di tutti i trapianti fatti al mondo sono illegali, 12mila trapianti che fruttano più di 1,4 miliardi di dollari alle organizzazioni criminali.

Ma è solo uno dei tanti tasselli di un mosaico complesso che attraversa tre continenti, e vede coinvolto anche il nostro Paese.

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