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Arrivano le elezioni più pazze del mondo

Le Province sembravano abolite, ma da domenica si vota. Alle urne solo sindaci e  consiglieri uscenti. Le liste riservano sorprese: a Ferrara c'è l'alleanza Pd-Fi-Lega-M5S

Arrivano le elezioni più pazze del mondo

Venghino, sìori, alle elezioni più pazze del mondo. Vedrete cittadini che non possono votare oppure che nemmeno sanno che si vota, il meccanismo elettorale più demenziale che c'è, un partito (indovinate quale) pronto a papparsi tutto. E poi: candidati dello stesso partito che si combattono accanitamente, candidati appoggiati da tutti i partiti, anche quelli che a livello nazionale si guardano in cagnesco, perfino un buon numero di candidati unici.

Il più grande spettacolo dopo la fine delle Province sono le elezioni provinciali che si terranno da domenica prossima, 28 settembre, al 12 ottobre, secondo un calendario pure questo schizofrenico e con un meccanismo di voto inedito, che potrebbe fare da modello per il futuro Senato depotenziato. Si tratta di elezioni di secondo grado, nelle quali cioè gli eletti sono eletti dagli eletti. Cioè i cittadini se ne possono stare tranquillamente a casa senza peccare di astensionismo. A votare sono solo sindaci, consiglieri comunali e consiglieri provinciali uscenti, secondo meccanismi da giochi senza frontiere. Manca solo il fil rouge .

Contando probabilmente su questa assenza di partecipazione popolare, le segreterie di partito si sono dedicate a un kamasutra sorprendente perfino in epoche di larghe intese: regolamenti di conti interni, tradimenti, ammucchiate, scambio di coppie. Ogni provincia è come un albergo, dalle porte girevoli entra ed esce chi vuole e il concièrge fa finta di non vedere chi frequenta chi.

Prendiamo il caso di Frosinone, al voto il 12 ottobre: qui ci sono solo due candidati alla presidenza, e sono entrambi Pd: l'uno, Enrico Pittiglio, sindaco di San Donato Val di Comino, è appoggiato da altre liste di sinistra; l'altro, Antonio Pompeo, primo cittadino di Ferentino, è il portabandiera di un'alleanza contronatura con Forza Italia, Ncd, Fratelli d'Italia e Udc. Situazione simile a Massa-Carrara tra Alessandro Volpi, sindaco di Massa, e Narciso Buffoni, sindaco di Montignoso: il primo renziano, il secondo cuperliano e abbiamo detto tutto. E a Benevento renziani e non-renziani del Pd sostengono lo stesso candidato (Claudio Ricci, sindaco di San Giorgio del Sannio) ma con due liste separate.

E Ferrara? Qui si vota il 29 settembre e si sa già nome (Tiziano) e cognome (Tagliani) di chi vincerà. È infatti il candidato unico di un blocco che comprende quasi tutti i partiti, dal Pd a Forza Italia, dalla Lega al M5S. È stato il sindaco grillino di Comacchio, Marco Fabbri, a volere fortemente la partecipazione alla grosse Koalition all'estense, suscitando le ire e forse la scomunica di Beppe Grillo. Quella scomunica sfiorata per l'ennesima volta da Federico Pizzarotti, sindaco grillino di Parma, convintosi solo in extremis a disertare l'ammucchiata. Motivo per cui nella provincia verdiana si sfideranno il sindaco di Salsomaggiore Filippo Fritelli per il Pd e quello di Bore Fausto Ralli per tutti gli altri.

Ma ogni provincia ha il suo piatto tipico: a Livorno il candidato Pd Alessandro Franchi (sindaco di Rosignano) rischia grosso contro Giuliano Parodi, sindaco di Suvereto ex rifondarolo, nella cui lista c'è anche un «mangiacomunisti» e antiabortista come Lorenzo Gasperini. A Brescia il superfavorito è Pier Luigi Mottinelli, sindaco democratico di Cedegolo, sostenuto anche da Forza Italia. «Inciuci» in vista pure a Torino e Genova, dove Forza Italia e Pd vanno a braccetto. Fibrillazione anche a Latina, dove il sindaco di Cisterna Eleonora Dalla Penna è sostenuta dal Pd e dal Ncd, mentre il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano è candidato da Fi, Fdi e Ucd. E a Piacenza, dove il centrodestra si è spaccato tra Fi, Ncd e Ucd che candidano il sindaco di Coli Luigi Bertuzzi e Lega e Fdi che non presentano un candidato presidente e gridano alle «elezioni non democratiche». E alla fine anche qui vincerà il candidato Pd Francesco Rolleri, sindaco di Vigolzone.

Encomio, poi, per le province monocandidato. Tra cui Novara (Matteo Besozzi, sindaco Pd di Castelletto Ticino), Prato (Matteo Biffoni, sindaco Pd del capoluogo), Verbania (Stefano Costa, sindaco Pd di Baceno), Cuneo (Federico Borgna, sindaco Pd del capoluogo).

La Bulgaria anni Sessanta, al confronto, era la culla del pluralismo.

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