Politica

Arrivano in procura i dossier sulla casa fantasma di Sala

Il consigliere Fdi De Corato consegna un esposto ai pm sull'appartamento a Sankt Moritz che il candidato sindaco si è «dimenticato» di dichiarare

Dopo settimane di rivelazioni, di mezze smentite e di mezze ammissioni, di frottole e di lagnanze contro la «macchina del fango», Giuseppe Sala si trova a dover fare i conti con la conseguenza più scomoda della sua passione per le case di villeggiatura: l'inchiesta che, volente o nolente, la Procura della Repubblica dovrà aprire in seguito all'esposto presentato ieri mattina da Riccardo De Corato, consigliere comunale di Fratelli d'Italia. Al centro dell'esposto, l'appartamento che il candidato sindaco del Pd possiede in Engadina, da ben dieci anni: e che però non ha indicato tra le sue proprietà nella dichiarazione giurata che era obbligato a compilare come pubblico amministratore.

Una semplice dimenticanza, ha spiegato Sala nei giorni scorsi. Certo, ci sarebbe da capire come sia possibile che un manager attento come Sala al momento di firmare un atto pubblico, concluso dalla formula solenne «sul mio onore affermo che la dichiarazione corrisponde al vero», fosse così distratto da dimenticarsi la Stockwerkeigentum, la proprietà di via Senda 5 a Pontresina, alle porte di Sankt Moritz, nonostante che proprio per gestire le spese di quella casa Sala abbia aperto un conto in Svizzera. E resta il fatto che quella omissione, comunque la si guardi, è un reato. Tant'è vero che mr. Expo ha messo le mani avanti, dichiarandosi pronto a pagare la ammenda: ma glissando sul fatto che nei casi più gravi la legge prevede anche l'interdizione dai pubblici uffici.

Di fronte alla vicenda, raccontata dal Giornale e dal Fatto quotidiano il 4 aprile scorso, la Procura della Repubblica era rimasta a guardare, poco ansiosa di venire trascinata nel pieno della campagna elettorale in una vicenda che potrebbe azzoppare uno dei contendenti. Ma ieri mattina a smuovere le acque arriva l'iniziativa di De Corato, che si presenta al quarto piano del palazzo di giustizia e bussa alla porta di Giulia Perrotti, il procuratore aggiunto che coordina il pool Pubblica amministrazione. Il consigliere di Fdi ha con sé un esposto che riassume la vicenda di Pontresina. La dottoressa lo legge. Pochi istanti dopo, De Corato deposita l'esposto alla cancelliera del procuratore aggiunto, che lo timbra per ricevuta con giorno e ora. Da quell'istante, l'affare Sala diventa ufficialmente anche un affare giudiziario, la cui sorte è legata alle scelte non facili che attendono la Procura della Repubblica nelle prossime ore. Si tratta, va ricordato, di una Procura che ha l'oggettiva esigenza di allontanare il sospetto di trattare con un occhio di riguardo mr. Expo, dopo lo sconcerto creato dall'insolita riservatezza con cui Sala venne indagato e archiviato per la vicenda di favori a Eataly.

Secondo quanto trapela ieri, la Procura punterebbe a lasciare sbollire il clima, cioè a aspettare la fine della campagna elettorale. Ma al voto manca un mese e mezzo, e ipotizzare che l'esposto di De Corato rimanga nei cassetti del procuratore aggiunto per tutto questo tempo è inverosimile (il codice, articolo 335, dice che le notizie di reato vanno iscritte «immediatamente»). Quindi Sala si troverà sotto inchiesta nel pieno dei comizi.

E dovrà spiegare ai pm il perché di quella dimenticanza.

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