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Arrivano quattro offerte per la nuova Alitalia ma il piano è da rifare

Oggi Fs sceglie tra Atlantia, Efromovich, Toto e Lotito. Di Maio esulta. I Benetton riflettono

Arrivano quattro offerte per la nuova Alitalia ma il piano è da rifare

Tutti e quattro i pretendenti di Alitalia ieri hanno fatto pervenire la propria manifestazione di interesse supportata da garanzie all'advisor delle Ferrovie dello Stato, Mediobanca. Oltre a Fs, Mef e Delta questa sera restano in campo, almeno fino al pomeriggio: Atlantia, il gruppo Toto, l'azionista di maggioranza della compagnia colombiana Avianca Germán Efromovich e il presidente della Lazio, Claudio Lotito.

«Bene le quattro offerte. Ci sono tutti i margini per decidere il consorzio e rilanciare definitivamente Alitalia», hanno commentato fonti del ministero dello Sviluppo aggiungendo che «le numerose offerte arrivate dimostrano la bontà dell'operazione di mercato».Il ministro e vicepremier Luigi Di Maio, invece, ha auspicato che «il cda di Fs decida quanto prima e scelga l'offerta più ambiziosa» perché «Alitalia ha bisogno di tornare a giocare in attacco e non in difesa».

Ieri pomeriggio è iniziato il confronto «politico» tra la struttura del ministero dello Sviluppo, guidata dal capo di gabinetto Vito Cozzoli, la gestione commissariale, Fs e il suo advisor per effettuare una prima analisi delle manifestazioni pervenute. Le offerte, infatti, non sono vincolanti e starà al gruppo guidato dall'ad Gianfranco Battisti, una volta selezionato il (o i) partner, mettere a punto la governance e il piano industriale.

I problemi non sono pochi e sono di natura finanziaria, tecnica, politica ed eventualmente legale. In primo luogo, la settimana scorsa il cda di Atlantia (che controlla Autostrade) ha dato mandato all'ad Giovanni Castellucci di approfondire il piano industriale di Alitalia «preso atto dell'interesse della società controllata Aeroporti di Roma per una compagnia di bandiera competitiva e generatrice di traffico». Se selezionata, Atlantia intende risiscutere con Fs, Delta e Tesoro il piano industriale e ripresentarlo nel proprio cda per il via libera definitivo.

Come noto, il ministro Di Maio non ha in particolare simpatia la holding della famiglia Benetton, ritenuta responsabile del crollo del Ponte Morandi. Delta Airlines, che entrerà nella compagine con una quota compresa tra il 10 e il 15%, ritiene invece necessaria la presenza di un alleato strategico come il proprietario dell'hub di Fiumicino. Ma quest'ultimo non sarebbe soddisfatto, nell'esclusiva ottica del ritorno dell'investimento, di un piano che prevede per Alitalia un ruolo di feeder, cioè di portatore d'acqua per Delta, depotenziandola sulle rotte intercontinentali. Lettura confermata dall'intenzione americana di salire successivamente nel capitale della newco o tramite aumento di capitale riservato o acquisendo parzialmente il 35-40% di Fs e il 15% del tesoro. L'analisi di Atlantia è condivisa, per altre vie, dal gruppo Toto che riscuote il gradimento di Di Maio (che ieri ha ribadito che «il cda di Fs dovrà scegliere il partner o i partner»), ma non quello di Delta che non vorrebbe nella compagine nessun altro se non i Benetton. Efromovich, infatti, vorrebbe avere peso decisionale nella compagine viste le potenziali sinergie con la sua Avianca. La compagnia colombiana, tra l'altro, non fa parte dell'alleanza Sky Team come Delta e Alitalia ma di Star Alliance. Più defilato appare Lotito. È chiaro che, trattandosi di una procedura a evidenza pubblica, qualsiasi rinvio ulteriore potrebbe creare le premesse per un ricorso.

Ma Di Maio è speranzoso: «Voglio essere l'ultimo ministro che si occuperà di Alitalia».

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