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In arrivo il via libera Ue alla quarta rata del Pnrr

Oggi atteso l'ok alla revisione del Piano, poi l'assegno da 16,5 miliardi. La premier Meloni: "Nessun ritardo"

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Dovrebbe arrivare oggi il via libera della Commissione Ue alla revisione del Pnrr inviata dal governo italiano. Ed entro l'inizio della prossima settimana, anche quello alla richiesta dei pagamenti della quarta rata da 16,5 miliardi. Insomma, l'esame dovrebbe concludersi «molto presto», come ha detto ieri una portavoce della Commissione.

Entro fine anno, del resto, Bruxelles è chiamata ad accendere il semaforo verde ai piani di tutti gli Stati membri, perché le risorse vanno impiegate entro il primo gennaio 2024. Oltre che dalla Commissione Ue andranno approvati anche dal Consiglio Ue e dal Comitato economico finanziario, il braccio tecnico dell'Ecofin, dove siedono i ministri delle Finanze dei 27 Paesi membri. L'ultimo vertice dell'anno è fissato l'8 e il 9 dicembre.

I tempi quindi stringono, ma l'ok definitivo al Piano italiano che modifica 144 obiettivi e che destina 19,2 miliardi al nuovo capitolo del RePower Eu per la transizione energetica, è atteso a breve. Un risultato del «dialogo costante tra Commissione e governo», dicono fonti vicine al dossier, Palazzo Chigi aveva ritenuto necessario intervenire per cambiare il piano ereditato dall'esecutivo Draghi, ritenuto non realizzabile, spostando una serie di interventi sui fondi di coesione e definanziandone alcuni per un totale di 15,9 miliardi. Si tratta di progetti che dovrebbero comunque essere realizzati, ma con altri canali di finanziamenti nazionali. «Sulla richiesta della quarta rata di pagamenti la Commissione continua il suo dialogo costruttivo con le autorità italiane. Stiamo finalizzando la nostra valutazione e ne comunicheremo la conclusione come avviene con ogni Stato membro», precisa una portavoce dell'esecutivo europeo, che sui tempi aggiunge: «Molto presto». «Il lavoro per la revisione del Pnrr e per la quarta rata procede in maniera molto positiva, e siamo fiduciosi che si concluda in tempi rapidi», spiega anche il ministro Raffaele Fitto. Ed è la stessa premier Meloni in Senato a rivendicare che «qui si devono fare i conti con il fatto che non c'è nessun ritardo. Siamo stati i primi a presentare i piani e le uniche difficoltà sono per gli obiettivi che abbiamo ereditato come lo stadio di Firenze su cui le sue critiche sono state un po' tardive. Noi non vogliamo disperdere le risorse per progetti che non sono realizzabili noi le vogliamo mettere a terra e si vedrà nelle prossime ore - dice - Ancora una volta la speranza di una certa opposizione di tifare contro il fatto che all'Italia venissero pagate le rate è stata tradita». Nei giorni scorsi sono state finalizzate dalla Commissione le valutazioni sui piani di diversi Stati, tutti i giudizi sono stati positivi, tranne nei casi di Polonia e Ungheria, che dovranno risolvere alcuni nodi. La scorsa settimana sono stati approvati il piano rivisto della Germania da 18 miliardi, e quello di Belgio, Cipro e Lettonia, con i capitoli RePower Ue e con le misure per gli investimenti energetici. Rispetto agli altri Stati Ue però la partita italiana è più complessa: vale 191 miliardi di euro, tra risorse a fondo perduto e a prestito.

Cioè da restituire.

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