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Ateniesi di nuovo in piazza E il nemico si chiama Draghi

Esplode la rabbia nella capitale. Facebook fa da innesco alla protesta Si temono assalti ai bancomat. Intanto Mosca tende la mano ad Atene

Ateniesi di nuovo in piazza E il nemico si chiama Draghi

AteneGreci di nuovo in piazza contro la Bce e alta tensione nel governo. Spariscono i sorrisi e iniziano ad affiorare le prime rughe sui volti dei golden boys ellenici Alexis Tsipras e Yannis Varoufakis. E non solo perché la Borsa di Atene crolla dopo una settimana di calma. Piuttosto è la Bce ad innescare un vorticoso giro di repliche e direttive che mette fine all'ottimismo post elettorale, facendo tornare con i piedi per terra la Grecia e il suo nuovo governo. Dopo la maratona di premier e ministro delle Finanze che in tre giorni hanno visitato le cancellerie più significative europee, sono ancora le banche greche e i cittadini a far segnare l'allarme rosso, con un nuovo rischio di Bancomat muti e con l'ombra della mancata liquidità che torna a spaventare il Paese, che ha in cassa denari per ancora un mese.

Non bastavano le reiterate chiusure del ministro tedesco Wolfgang Schaeuble su un possibile accordo tra Atene e i principali creditori, ecco gli strali della Bce che si sono abbattuti su Atene: l'Eurotower ha detto no alla concessione di bond greci come garanzia per fornire liquidità alle banche elleniche. Piccata la reazione del governo: «La Grecia non fa ricatti e non li accetta», ha detto il portavoce dell'esecutivo Gabriel Sakellaridis. Mentre Varoufakis mette l'accento sul fatto che «in nessun caso la decisione della Bce, di non accettare più i titoli di Stato ellenici, avrà ripercussioni negative sul sistema finanziario». Ciò ha fatto seguito al paper informativo giunto sulla scrivania del ministero delle Finanze tedesco, attraverso il quale Atene dovrebbe prendere un impegno frontale per aderire al concordato con il precedente governo, promettendo di centrare un avanzo primario del 3% e 4,5 % rispettivamente nel 2015 e 2016. Numeri che, come asserisce Tsipras, ma che come tutti sanno sin dai primi segnali del 2011, non sono nelle corde di Atene. Oggi anche autorevoli analisti concordano sul fatto che il memorandum della troika non era sostenibile per il Paese, facendo seguito a un report del Fmi datato gennaio 2013. Atene, intanto, scende in piazza contro la Bce. Se fino a pochi mesi fa il nemico numero uno era Angela Merkel ora nel mirino c'è anche Mario Draghi, contro cui ha sfilato ieri in Piazza Syntagma un corteo convocato via Facebook. È sui social che la rabbia contro Francoforte ha preso vigore.

Lo slogan? «Non ci ricatterete e non abbiamo paura». Ma se a Ovest il barometro segna burrasca, ecco che dall'altro versante del globo ci potrebbe essere un nuovo canale di comunicazione e, chissà, di collaborazione. In una conversazione telefonica avuta con i vertici del governo russo, Tsipras ha incassato una promessa di apertura di credito.

Mosca, in sostanza, si è detta disponibile a rafforzare la cooperazione Grecia-Russia, non solo in settori strategici come economia ed energia, ma anche su due dossier delicatissimi per entrambi i Paesi: la troika e l'Ucraina. Di questo, soprattutto, parleranno i due leader il 9 maggio a Mosca. Sperando che le cose non siano già precipitate e che il rischio di un nuovo caso Cipro, con banche a secco e cittadini nel panico, non diventi realtà.

twitter@FDepalo

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