Cronache

Attentati, otto italiani su dieci hanno paura

Cambiano le abitudini di viaggio e si frequentano meno i luoghi affollati

Attentati, otto italiani su dieci hanno paura

Tutti i media del nostro Paese appaiono in questi giorni molto concentrati sulla politica interna. Tuttavia, l'attenzione della pubblica opinione risulta diretta verso altri argomenti, ritenuti più importanti e di rilievo per la vita quotidiana di ciascuno. Tra questi, oltre all'economia e all'occupazione che sono i temi percepiti con maggiore intensità spiccano la sicurezza e, in particolare, la paura conseguente al recente dilagare di atti terroristici.

L'intensificarsi di questi ultimi - anche se per ora hanno riguardato paesi diversi dall'Italia, ma comunque a noi vicini anche geograficamente - ha intimorito molti, in tutte le categorie sociali. In modo così intenso e profondo da avere portato alcuni a modificare, talvolta anche sostanzialmente, le proprie abitudini di vita, adottando, spesso anche inconsciamente, misure prudenziali o mutando almeno in parte comportamenti consolidati.

E ciò che emerge da un recente sondaggio realizzato dall'Istituto Eumetra Monterosa, intervistando un campione rappresentativo degli italiani con oltre 17 anni di età.

Da esso si rileva come ben l'83% degli intervistati, che rappresentano dunque la grandissima maggioranza della popolazione, si dichiara intimorito dal terrorismo. Di converso, solo il 17% afferma invece di non essere per nulla spaventato.

I giovani risultano, forse comprensibilmente, più «coraggiosi» e meno spaventati dalla minaccia terroristica. Ciò accade in misura ancora più accentuata per gli studenti. Chi è più anziano, viceversa, appare più spaventato, specie se abita nei comuni di maggiori dimensioni. Ancora, risultano relativamente più colpite dal timore della minaccia terroristica le donne, in particolare le casalinghe. Infine, sul piano delle professioni esercitate, si mostrano più impauriti coloro che svolgono lavori di standard più elevato, con una accentuazione tra chi ha una occupazione indipendente.

Ma, come si è detto, al di là dell'ansia per gli attentati o, meglio, proprio per questo, vi è chi ha concretamente modificato alcune abitudini o modi di agire in relazione alla minaccia terroristica, purtroppo sempre più presente nelle nostre vite. Afferma apertamente di avere agito in questo senso il 4% del campione intervistato (ma è ragionevole pensare che anche diversi tra quanti non lo ammettono esplicitamente, abbiano, magari talvolta inconsapevolmente, mutato qualche comportamento di fronte alla sfida terroristica). Ad alcuni tra i lettori potrà forse sembrare una percentuale modesta o addirittura irrilevante, ma così non è. Specie se si pensa che essa corrisponde nella popolazione (e pur tenendo presente il margine di errore statistico presente in tutti i sondaggi) a circa due milioni di persone. Una quantità enorme di cittadini, costretta dal succedersi degli attentati a cambiare la propria vita. Risultano averlo fatto di più, da un verso, le persone di età lavorativa «centrale» e dall'altro i più anziani. Con una particolare accentuazione tra chi risiede nei centri urbani di maggiori dimensioni e, specialmente, gli imprenditori e i liberi professionisti, forse anche in relazione al fatto che queste categorie sono abituate a viaggiare relativamente spesso, anche all'estero. Non a caso, il «viaggiare meno» risulta tra le dichiarazioni più comuni quando si domanda quali comportamenti sono stati effettivamente mutati. Ma, ancor più, spicca la minor frequenza di contesti affollati e di luoghi pubblici in generale.

Insomma, per molti italiani, il timore di essere coinvolto in atti terroristici comporta una rinuncia alla socialità diffusa e alla partecipazione collettiva. E, in generale, l'angoscia di attentati coinvolge, anche nel nostro Paese, la grande maggioranza dei cittadini. Una situazione insostenibile, che richiede un deciso intervento delle autorità preposte, a livello nazionale e internazionale (ad esempio, europeo), sia per migliorare le nostre difese, sia per combattere più efficacemente le crescente minaccia terroristica.

Che, purtroppo, ha già raggiunto uno dei suoi obiettivi: instillare la paura tra i cittadini.

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