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Austria alle urne dopo lo scandalo Ibiza Tocca a Kurz scegliere con chi danzare

L'ex cancelliere dovrà decidere se tornare al potere con la destra sovranista

Sebastian Kurz, primo ministro austriaco
Sebastian Kurz, primo ministro austriaco

Berlino Mettersi alle spalle l'Ibizagate e tornare al centro della politica. Sono questi gli obiettivi del leader del Partito popolare austriaco (Övp), Sebastian Kurz. Trentatré anni lo scorso 27 agosto, l'ex cancelliere Kurz si accinge secondo i sondaggi a tornare in sella con il voto di domenica, quando 6,4 milioni di austriaci sceglieranno i nuovi membri del Consiglio nazionale (la Camera dei Deputati).

Gli austriaci avevano già votato nell'ottobre del 2017 ma il ritorno anticipato alle urne si è reso necessario dopo il crollo dell'alleanza fra la Övp e la destra sovranista (il partito della Libertà - Fpö). Era stato proprio Kurz a interrompere la stanca consuetudine dei governi di larghe intese popolari-socialdemocratici, riportando invece al potere la Fpö (come già accaduto fra il 2000 e il 2005). In 15 mesi di governo, Kurz e l'alleato Heinz-Christian Strache hanno impostato la linea dura con i rifugiati, ripristinato i controlli alle frontiere, tagliato gli assegni per gli stranieri residenti in Austria. Kurz aveva dimostrato una certa abilità nel mettere la sordina alle sparate xenofobe e anti-Ue dei suoi alleati. Ma la Fpö gli ha rovinato il lavoro inciampando nello scandalo Ibiza: lo scorso maggio Strache è apparso in un video-trappola in cui durante un festino pre-elettorale assicura favori a una sedicente oligarca russa in cambio di bustarelle. Kurz reagisce dando il benservito a Strache e ai suoi ministri, e la Fpö ricambia con la sfiducia: Kurz cade e il presidente Alexander van der Bellen incarica la giurista Brigitte Bierlein di portare il paese alle urne.

Dalle elezioni di domenica riparte la storia di amore-odio fra popolari e Fpö. Strache ha lasciato il partito nelle mani del molto più spendibile Norbert Hofer, già presidente della Camera, candidato alle presidenziali e ministro dei Trasporti con Kurz. Hofer punta a ricostruire l'alleanza con il giovane cancelliere portando in dote il 20-21% dei voti, secondo le rilevazioni. Meno del 26% che la Fpö aveva prima di Ibiza ma abbastanza per governare con i popolari avvistati attorno a quota 33%. Oltre ai voti, però, nel corredo matrimoniale di Hofer c'è un partito di sovranisti xenofobi rappresentati dall'ex ministro degli Interni Herbert Kickl, a cui il cancelliere e il presidente Van der Bellen non perdonano di aver mandato nel 2018 la polizia a perquisire la sede dei servizi di intelligence (BvT) alla ricerca di documenti, mai trovati, su gravi irregolarità nel comportamento degli agenti.

Kurz è a un bivio: può riaprire alla Fpö nella speranza che Hofer domi le intemperanze del gruppo di Kickl; oppure può provare la carta dei Verdi e dei Liberali (Neos). La questione clima sostiene la corsa degli ecologisti (avvistati fra l'11 e il 13%) in un'Austria che non rispetta i propri obiettivi sulle emissioni di CO2, ma gli ecologisti sono più teneri di Kurz con gli immigrati. Con i Liberali (attorno all'8%), il cancelliere condivide il progetto di smantellare il sistema austriaco della concertazione. Ultima possibilità: tornare al governo con i socialdemocratici forti di circa il 22% .

Comunque vada, a scegliere con chi danzare al prossimo giro sarà sempre Kurz.

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