Cronaca nera

Auto prototipo esplosa, morto anche il tirocinante

Non ce l'ha fatta Fulvio. Il laureando che era accanto alla docente del Cnr, deceduta lunedì

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Non ce l'ha fatta neanche Fulvio Filace. Dopo la sua professoressa, ieri notte è morto al sesto giorno di agonia il tirocinante 25enne rimasto gravemente ferito nello scoppio di un'auto-prototipo avvenuta venerdì scorso sulla Tangenziale di Napoli.

Il clamoroso incidente mentre il giovane stava eseguendo un test su strada a bordo di una Polo Wolkswagen SaveLife di quinta generazione guidata dalla ricercatrice del Cnr Maria Vittori Prati, 66 anni, deceduta lunedì. Dopo l'esplosione della vettura il giovane laureando in Ingegneria meccanica era stato ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale Cardarelli. Omicidio e incendio, per il momento a carico di ignoti, sono i reati sui quali la Procura della Repubblica di Napoli sta lavorando. Non si esclude che già nei prossimi giorni possano esserci le prime iscrizioni nel registro degli indagati. I magistrati hanno già sequestrato la vettura gemella oltre alla carcassa di quella esplosa e hanno delegato gli accertamenti ai carabinieri. Saranno i militari del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Napoli, insieme al Ris di Roma, a dover individuare qualsiasi elemento possa aiutare a risalire alle cause dello scoppio. Le salme di Prati e Filace sono state sequestrate in attesa dell'autopsia, anche se dubbi sulle cause della morte non ce ne sono in quanto le due vittime sono state avvolte dalle fiamme dopo l'esplosione dell'auto.

La tragedia a Napoli ha provocato una vera e propria ondata di solidarietà. Dopo l'appello a donare sangue lanciato dai familiari di Filace, in poche ore oltre cento persone si erano presentate al centro trasfusionale del Cardarelli. «Abbiamo sperato fino all'ultimo che Fulvio si potesse salvare. Esprimiamo tutto il nostro cordoglio ai familiari e agli amici», ha commentato la morte del tirocinante il professore Fabio Murena, marito della ricercatrice.

Primo di tre figli di un'impiegata e di un agente di commercio, il 25enne di San Giorgio a Cremano aveva conseguito la laurea triennale nel 2021. «Aveva una vita piena di sogni e l'ambizione di lavorare in Ferrari», ha scritto la famiglia in un post comparso due giorni fa sul profilo Facebook del ragazzo.

Dopo l'incidente è rimasto per tre giorni in coma farmacologico, intubato, con ustioni di terzo grado in gran parte del corpo e i bronchi occlusi. Ieri notte non è riuscito a superare una crisi respiratoria. Le indagini si stanno concentrando sul fatto che l'auto fosse un prototipo. L'esplosione sarebbe stata causata dalle bombole di gas.

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