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Autostrade, ormai un pantano l'esproprio delle concessioni

Il voto sullo "scudo" di Toninelli rinviato a martedì. E la Lega rilancia con lo stop al Codice degli Appalti

Autostrade, ormai un pantano l'esproprio delle concessioni

Roma - Tutto rinviato a martedì mattina. L'esame del decreto Sblocca cantieri, che ieri doveva essere approvato dall'Aula del Senato, è slittato alla prossima settimana e così pure quello dell'emendamento dei relatori che istituisce uno «scudo contabile» per i funzionari pubblici che firmino atti di revoca delle concessioni autostradali ove «emanati in conformità al parere favorevole sulla legittimità» dell'Avvocatura generale dello Stato.

Anche se l'atto porta la firma dei due parlamentari di maggioranza (Santillo del M5s e Faggi della Lega) che hanno seguito il decreto, il Carroccio ha fatto filtrare lo sgradimento per una norma che cancellerebbe i diritti dei concessionari come Autostrade per l'Italia dei Benetton, Gavio e Toto ove il ministero delle Infrastrutture fosse appoggiato dall'Avvocatura dello Stato. «È la dimostrazione dell'incapacità tecnica e politica di Toninelli e Di Maio di dar seguito agli annunci dopo il crollo del Ponte Morandi», commenta il capogruppo a Palazzo Madama di Fdi, Luca Ciriani, sottolineando che «la norma è inapplicabile in quanto nessun funzionario pubblico si assumerebbe comunque il rischio di danno erariale e, in ogni caso, il governo non si inimicherebbe potenziali investitori in Alitalia» come i Benetton.

La Corte dei Conti già aveva fatto notare «fondati dubbi di costituzionalità e una preoccupante alterazione degli attuali equilibri ordinamentali». I magistrati contabili avevano evidenziato anche l'inutilità del parere preventivo dell'Avvocatura, che diventerebbe esso stesso oggetto di valutazione della procura contabile, generando di fatto un impasse istituzionale molto grave. Oltre a scoraggiare investitori esteri visto il potere discrezionale concesso all'esecutivo.

L'emendamento, in ogni caso, potrebbe passare in secondo piano rispetto al rilancio di Matteo Salvini sul Codice degli appalti. La Lega, su input del leader, ha infatti presentato una riformulazione di un emendamento che sospende fino al 31 dicembre 2020 le norme cardine del corpus tra le quali l'obbligo di scegliere i commissari di gara tra gli esperti iscritti all'albo Anac e il limite al 30% ai subappalti.

Con un altro emendamento il Carroccio intende estendere l'affidamento diretto agli appalti fino a 150 milioni di euro.

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