Cronache

Avance e molestie alla 15enne Morto l'egiziano accoltellato

Spedizione punitiva della gang guidata dal padre della giovane. Maurizio De Dominicis accusato di omicidio

Avance e molestie alla 15enne Morto l'egiziano accoltellato

Roma Morto per aver infastidito una quindicenne. Salem Mostafà Gabr Mohamed, egiziano di 19 anni, è morto durante la notte dopo esser stato trasferito dall'ospedale Grassi di Ostia al San Camillo di Roma. Le sue condizioni, dopo la spedizione punitiva alla stazione Lido Centro, erano disperate. Colpito all'addome da una serie di coltellate durante la maxi rissa con la mala di piazza Gasparri, il quartiere Bronx del litorale romano, non ce l'ha fatta.

In manette, dopo una caccia all'uomo durata alcune ore, Maurizio De Dominicis, 39 anni, padre della 15enne molestata, e il suo guardaspalle, Mario De Angelis, 47 anni. Nonostante le telecamere spente, catturati anche gli altri partecipanti al raid, il fidanzatino ecuadoriano della ragazza e altri tre cittadini egiziani, di cui un 21enne ferito alla spalla da un altro colpo di coltello e ricoverato nel nosocomio lidense. De Dominicis adesso è accusato di omicidio volontario aggravato, i suoi compari in concorso in omicidio e rissa aggravata. Tutti e sette i personaggi coinvolti hanno precedenti penali: gli italiani per rapina, estorsione e spaccio di droga. Gli extracomunitari, nullafacenti, per droga.

Una storia delle tante accadute in un territorio, Nuova Ostia, per anni «governato» dalle famiglie Spada e Fasciani. Dove sono gli zingari del clan imparentato con i Casamonica a gestire le case popolari, Iacp e comunali, i videopoker imposti ai bar della zona, il pizzo e il traffico di soldi (l'usura) e di droga. Un ambiente in cui la giustizia conosciuta è quella «fai da te». Guai a risolvere le questioni chiamando le «guardie». Chi denuncia è un «infame» e gli «sgarri» si risolvono a colpi di pistola o di coltello. Così è stato anche martedì scorso quando la 15enne ha chiesto aiuto al padre. «Quando esco da scuola e passo davanti alla stazione centrale quegli arabi mi danno fastidio e mi dicono cose. Fanno apprezzamenti pesanti», avrebbe raccontato la giovane a De Dominicis. Quanto basta per procurarsi una lama affilata come un rasoio, un lungo coltello a serramanico, e dare una lezione agli africani. Alle 17,30, davanti a decine di pendolari che rincasano, la lite. Poche parole, poi le coltellate e il fuggi fuggi generale. In pochi minuti il piazzale con il capolinea dei bus si riempie di gente. A terra due giovani egiziani, uno è agonizzante. Gli arrestati non farebbero parte di alcuna banda particolare. De Dominicis, però, sarebbe stato in una «batteria», una gang, di rapinatori.

E sul mancato funzionamento delle telecamere di sicurezza nel terminal della Roma-Lido scoppiano le polemiche. Da tempo polizia e carabinieri avrebbero lamentato, in Campidoglio, i guasti continui alle videocamere. «Ogni volta che abbiamo chiesto le riprese al Cotral - ammettono gli inquirenti - ci è stato detto che non c'erano perché l'impianto era in attesa di riparazione». Una situazione gravissima. Pochi anni fa una donna, Giovanna Reggiani, moglie di un capitano di vascello della Marina, viene violentata e uccisa all'uscita della stazione Tor di Quinto da un balordo romeno del vicino campo rom. Era il 2007: anche allora nessuna telecamera in funzione. Si decise che tutte le stazioni della metro e dei bus dovevano essere riprese notte e giorno e le immagini registrate e controllate da varie sale operative. Un sistema che, a Ostia, ha funzionato per qualche tempo. Forse un anno o due. Poi il buio totale.

Fine delle trasmissioni, nonostante le promesse ai vari incontri dei comitati per l'ordine e la sicurezza della giunta Raggi.

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