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Azzolina e la tesi copiata. "Vergogna, vada a casa"

Il copia-incolla della ministra dell'Istruzione Silenzio dal M5s, la Lega chiede le dimissioni

Azzolina e la tesi copiata. "Vergogna, vada a casa"

Le due lauree di Lucia Azzolina sono il migliore spot in favore dell'abolizione del valore legale del titolo. La battutaccia che circola dopo la rivelazione del presunto plagio commesso dal ministro della Pubblica istruzione è ingiusta e non colpisce nel centro della vicenda, cioè la doppia morale grillina.

Da due giorni il tribunale del popolo a cinque stelle è sprofondato in un silenzio di tomba. Neanche un fiato dopo la rivelazione di Repubblica: Lucia Azzolina avrebbe «copincollato» da noti manuali di psicologia parte dello scritto intitolato Un caso di ritardo mentale lieve associato a disturbi depressivi, sua tesi per la Scuola di specializzazione per l'insegnamento secondario. Tacciono i Di Maio e anche Danilo Toninelli, l'ex ministro pentastellato che nel 2017 si sgolava chiedendo le dimissioni di Marianna Madia, accusata di plagio della tesi di dottorato. L'esponente Pd fu messa in croce e finì anche con il querelare il Fatto Quotidiano. Il giornale di Travaglio, tra l'altro, al momento pubblica sul suo sito solo una asettica cronaca del caso Azzolina. Ben diverso fu il trattamento riservato a Madia.

Del resto non è la prima volta che il movimento che ha abolito la prescrizione concede un perdono immediato e selettivo a propri esponenti, giudicati soprattutto in base al metro della fedeltà alla linea politica. Espulsione senza dibattito per i ribelli in Senato come Elena Fattori e Gregorio De Falco o la deputata Veronica Giannone, perdono per Giulia Sarti o il capo politico Luigi Di Maio (quando finse di non sapere dell'assessore della Raggi indagato).

È così che si distrugge, un pezzo alla volta, la credibilità dei grillini, giacobini a singhiozzo. Ne approfitta la Lega, che ieri ha lanciato l'assalto al ministro della Pubblica istruzione. Pioggia di richieste di dimissioni, con tanto di attacco diretto da Matteo Salvini: «Un ministro che copia le tesi di laurea», dice il capo della Lega secondo cui «Si vergogni e vada a casa». Il ministro replica svicolando: «Salvini non ha studiato e non distingue: non è una tesi di laurea e non è un plagio». Vedremo come finirà. L'equilibrio precario del governo e il voto in Emilia consigliano prudenza massima alla maggioranza.

Peccato che non si colga l'occasione per un serio dibattito sul giacobinismo in politica e la qualità dell'università. Lucia Azzolina, già insegnante e sindacalista, ha due lauree e una specializzazione e anche se all'esame da dirigente scolastico pare abbia preso «zero» in informatica ha comunque titoli più abbondanti della media della classe politica. Più che il copincolla nella tesi andrebbe messo in discussione il pensiero copincollato dalle posizioni ufficiali grilline mostrato nei suoi social network. E che ipocrisia sulle tesi copiate: all'ingenua Azzolina sarebbe bastata una nota nella bibliografia per evitare problemi, perché l'intera pratica universitaria delle tesi è largamente basata su cercare sapientemente e copiare.

Basti pensare che alcune frasi di Azzolina sarebbero tratte da testi di Umberto Galimberti, filosofo e firma di Repubblica che il Giornale beccò ripetutamente a copincollare senza citare.

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