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Azzurri ed "effetto Cavaliere". Attesa per i nuovi sondaggi

L'annuncio della candidatura di Berlusconi sposterà i numeri. Gelmini: "Opportunità per il centrodestra"

Azzurri ed "effetto Cavaliere". Attesa per i nuovi sondaggi

In Forza Italia si aspettano con ansia i primi sondaggi che registreranno l'«effetto Cavaliere» sulle prossime elezioni europee. Quelli dai quali si capirà quanto sposta la decisione di Silvio Berlusconi di rimettersi in gioco in prima persona.

Ieri un sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera ha alimentato tensioni e malumori, soprattutto in quella corrente interna che propone, in pratica, che Forza Italia si consegni armi e bagagli a Salvini: accanto al tonfo dei Cinque Stelle, la rilevazione di Nando Pagnoncelli dava la Lega in forte ascesa, quasi al 36%, e Forza Italia in calo al 7%. Trend assai diversi nel contemporaneo sondaggio Tecnè, che vede invece la Lega perdere un punto e mezzo, dal 32,8% al 31,2, e Forza Italia in ripresa, dal 10,8% al 12%. Numeri comunque virtuali: «Il Corriere da tempo sta pompando Salvini, tentando di accreditarlo come leader per staccarlo dai Cinque Stelle - ragiona un parlamentare azzurro - e comunque entrambi i sondaggi sono stati realizzati prima dell'annuncio di Berlusconi».

Le tensioni interne però restano, e il filo-leghista Giovanni Toti, governatore della Liguria, si spinge a parlare di possibile «divorzio». Una scissione per costituire un partitino di centrodestra che faccia da spalla a Salvini, come sospettano in diversi dentro Fi? Toti respinge i «retroscena e parlottii» creati in questi giorni dalla notizia di una cena tra alcuni esponenti azzurri del nord, Toti incluso, che ha fatto parlare di fronda filo-leghista e della prossima costituzione di un gruppo parlamentare staccato da Fi e satellite del Carroccio. Una sorta di gruppo dei «responsabili», pronti ad offrirsi a Salvini a sostegno del governo. «Nessuno ha mai pensato di scappare», assicura il governatore ligure. Poi però aggiunge: «Certo, come nelle famiglie, il divorzio è sempre possibile, e magari è possibile anche costruirsi una nuova vita felice, ma resta sempre l'ultima ratio». Per evitare separazioni, aggiunge, la «via maestra» è il «confronto» interno. Con l'obiettivo, si intuisce, di mettere in discussione linea (per lui troppo anti-governativa) e gruppo dirigente (troppo poco filo-leghista e troppo europeista). «Bisogna avere il coraggio di mettersi in discussione», dice Toti, che poi lancia una sfida - senza far nomi - che sembra diretta innanzitutto al vice presidente di Fi Antonio Tajani: «Chi ha un ruolo importante e vuole proporre la propria linea si candidi, sotto il nome di Berlusconi che, contro il mio parere, ma con grande coraggio, ha già deciso di farlo».

A liquidare le voci di rottura è la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini: «Non vedo nessun rischio scissione, ma gruppi parlamentari competenti e uniti», assicura. «Stiamo facendo un'opposizione non ideologica. Abbiamo detto sì al decreto sicurezza e a legittima difesa, ma no alle proposte economiche del governo a trazione grillina». Quanto alle prossime europee, la candidatura di Berlusconi è «una grande opportunità non solo per Forza Italia ma per il centrodestra e per il Paese.

Non è tempo di propaganda e proclami, si tratta di costruire risposte serie ai problemi, anche con l'esperienza e la competenza».

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